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Il dolore e la luce nella Pasqua di resurrezione, il significato della simbologia dal fuoco alla colomba

La settimana Santa porta con sè una serie di elementi che celebrano uno dei misteri mai risolti della fede cristiana: la Resurrezione. C’è in questa rievocazione lo sconcerto per il tradimento di Giuda, la convivialità della Coena Domini, l’angoscia dei sette dolori di Maria e della Via Crucis, per poi trovare spazio nel mistero di una vita che finisce e poi rinasce verso la luce che tutti in fondo cerchiamo. La Pasqua non è l’immortalità, ma una trasposizione della vita di Cristo nel suo più profondo mistero che incarna non altro che la fede e la consapevolezza di dover riconoscere anche attraverso le Sacre Scritture l’ universalità di Dio.  Ma molti sono  i simboli della Pasqua. Tra questi il fuoco, simbolo fondamentale della liturgia cristiana, massima espressione del trionfo della luce sulle tenebre, del calore sul freddo, della vita sulla morte. Durante la Pasqua il fuoco raggiunge la massima celebrazione attraverso il rito del fuoco nuovo e dell’accensione del cero. Come noto, nella notte di Pasqua viene acceso un fuoco fuori la Chiesa e intorno ad esso si raccolgono i fedeli, accendendo, proprio da quel fuoco, il cero pasquale.

L’accensione del cero rappresenta la Resurrezione di Cristo ed i fedeli che accompagnano in processione l’arrivo del cero in chiesa simboleggiano il nuovo popolo di Dio che segue Cristo risorto, Luce del mondo. L’acqua, altro simbolo della Pasqua, è l’elemento che purifica e il mezzo attraverso il quale si compie il battesimo. La notte di Pasqua è la notte battesimale per eccellenza, il momento in cui il fedel viene incorporato alla Pasqua di Cristo. Nelle altre domeniche in cui si compie questo sacramento è come se si prolungasse e rinnovasse settimanalmente la domenica per eccellenza, quella di Pasqua. La colomba ricorda il racconto biblico del Diluvio Universale: cessata la pioggia, Noè fece uscire per tre volte dall’arca una colomba. Quando questa tornò, portando in mano un ramoscello d’ulivo. Noè capì che le acque si erano abbassate, segno che l’ira divina era ormai placata e la terra era di nuovo abitabile. Per i Cristiani la colomba simboleggia la pace tornata tra cielo e terra, la riconciliazione dell’uomo con Dio operata da Gesù con la sua morte e Risurrezione.Tra le molte allegre immagini pasquali, vi è quella del simpatico coniglietto che porta le uova. La sua presenza richiama alla lepre che, sin dai primi tempi del Cristianesimo era presa a simbolo di Cristo. Come Gesù stesso aveva detto di sé “Le volpi hanno una tana e gli uccelli un nido, ma il Figlio dell’uomo non ha un posto dove poter riposare” , così anche la lepre non ha tana né case, è un animale gentile che simboleggia la nuova vita primaverile. Col suo manto che cambia colore secondo le stagioni, viene indicata da Sant’Ambrogio come simbolo della Resurrezione. L’agnello, invece, si ricollega all’episodio biblico della liberazione degli Ebrei dalla schiavitù egiziana. Prima di mettersi in viaggio verso la Terra Promessa, gli Israeliti ricevettero l’ordine di sacrificare in ogni famiglia un agnello e di segnare col loro sangue le imposte delle loro case. Nella notte l’Angelo del Signore imperversò sui sudditi del Faraone, facendo morire tutti i primogeniti degli uomini e degli animali ma risparmiando le case degli Ebrei segnate col sangue dell’agnello. Per i Cristiani questo animale mite e innocente divenne il simbolo di Gesù, l’Agnello di Dio che con il suo sacrificio ha liberato gli uomini dalla schiavitù del peccato. Le campane, strumenti musicali e di culto, hanno la funzione di annunciare ai fedeli, a seconda del suono emesso, sventura, lutto o festa. Lo scampanio di Pasqua annuncia, come noto, la Resurrezione.

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