Piano nazionale sull’attuazione della Banda larga, interviene la conferenza delle regioni
Si riporta di seguito il testo integrale della posizione della Conferenza delle Regioni
1. Comunicazione MiSE/Infratel – Regioni sullo stato di avanzamento dei lavori BUL
– tutte le scelte di modifica delle pianificazioni originarie devono essere condivise e concordate con le Regioni, seppure ragionevoli e probabilmente corrette sotto il profilo ingegneristico;
– devono essere fornite garanzie sull’attivazione del servizio BUL il cui collegamento fisico deve essere garantito a tutte le unità immobiliari oggetto dell’intervento predisponendo adeguati interventi sia di tipo infrastrutturale (ultimo miglio o ultimi metri) che di ricerca e ingaggio di operatori che effettivamente “accendano” la fibra ed eroghino il servizio. Tale aspetto oltre ad essere di sostanza (i servizi devono essere erogati) è anche di forma in quanto alcune Regioni hanno previsto e si sono vincolate ad indicatori di realizzazione sui fondi europei che fanno riferimento ad “accensione” ed erogazione dei servizi di connettività;
– va ricercata una riconciliazione tra pianificazione attuale e strategia nazionale aree interne (SNAI) che in molti casi trova la disponibilità BUL come elemento abilitante l’esecuzione degli interventi inclusi nella strategia.
– quale sia il reale impatto in termini di minore copertura rispetto a quanto previsto nelle convenzioni; Inoltre, emergono casi in cui alcuni Comuni sono stati oggetto di interventi da parte di TIM, che ha investito portando fibra nei propri armadi di strada (FTTC), casi che sono stati censurati dall’Autorità Garante per la Concorrenza che ha diffidato tale operatore dalla commercializzazione del servizio. A causa di ciò Open Fiber ha classificato tali Comuni come “a completamento” perché presente un operatore che offre servizi a 30mega. Il tutto porta i territori e le aziende in essi insediati a non poter fruire di un servizio privato (perchè bloccato per comportamento anticoncorrenziale) e non vedere realizzarsi l’intervento pubblico. Tali aree oggi sono isolate e in molti casi non è nemmeno più disponibile una linea ADSL in quanto la rete TIM in tecnologia rame è satura. Occorre che il MISE chiarisca:
– quali siano gli strumenti che possono essere adottati per garantire la predisposizione e la successiva attivazione nelle aree che non risultano più in ambito di intervento pubblico.
1. Tempistiche previste per l’attivazione degli interventi
– si chiarisca ed espliciti quella che è la stima dei fabbisogni per le aree grigie regione per regione in modo da verificare la capienza dei risparmi di gara realizzati nelle singole regioni nonché favorire la definizione di progetti che vadano nella direzione di incentivare la domanda di BUL;
– si garantisca la permanenza sulle singole regioni delle economie frutto dei bandi della Fase I del Piano BUL ed utilizzo di tali economie per interventi infrastrutturali come previsto nell’Accordo Quadro Regioni-Governo, previa concertazione con le Regioni stesse, delle modalità di utilizzo dei risparmi di gara relativi ai singoli territori regionali;
– si condivida lo stato di avanzamento del processo di notifica alla Commissione EU per l’intervento prospettato nelle aree grigie nonchè il modello di intervento ipotizzato;
– si proceda alla definizione di progettualità regionali (es. WiFi pubblico) e alla condivisione dei criteri per gli interventi nazionali di incentivo alla domanda di BUL (es. incentivi tramite voucher) garantendone la messa in campo in tempo per la l’attivazione dei servizi BUL all’utenza nelle aree bianche.