Reggio Emilia, studenti e architetti progettano città del futuro
Oltre 3 mila ragazzi e bambini coinvolti nel percorso sperimentale
REGGIO EMILIA – Come si immaginano le città del futuro i bambini e i ragazzi? Ecco il progetto che con scatti fotografici, filmati, diari di viaggio, appunti, mappe, installazioni e plastici indaga sulla visione di futuro dei giovani. Un percorso sperimentale di ricerca sulla città del futuro del quale saranno autori bambini e ragazzi. Si chiama ‘Abitare il Paese – La cultura della domanda – I bambini e i ragazzi per un progetto di futuro’ e si svilupperà, come nella prima edizione, durante tutto l’anno scolastico attraverso incontri e tavoli di lavoro organizzati da architetti/tutor in collaborazione con gli insegnanti.
Oltre 100 le classi che parteciperanno, appartenenti a più di 70 istituti scolastici; 51 i nuovi tutor, oltre ai 60 coinvolti nella prima edizione. Oltre 3 mila studenti coinvolti nell’iniziativa realizzata dal consiglio nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e dalla Fondazione Reggio Children-Centro Loris Malaguzzi.
“Primi tra tutti i cittadini sono proprio i bambini e ragazzi- dichiara la presidente della Fondazione Reggio Children Carla Rinaldi- il bambino nasce cittadino del presente e del futuro. Come tale è un soggetto esperto per rispondere a domande quali: qual è il significato di una città? Come vi si può vivere? Come può essere il futuro di una città?”.
Da qui l’idea di creare occasioni di ascolto e confronto, a partire dalle scuole, sul vissuto della città da parte delle nuove generazioni. Città progettate con e per i bambini, i ragazzi, i disabili e gli anziani, in grado di valorizzare in modo nuovo e sostenibile le risorse ambientali, culturali e soprattutto umane che la compongono, città che offrono diritti e avvicinano gli ultimi ai primi.
Questa seconda edizione del progetto si caratterizza, dopo il successo della precedente, per un aumento delle adesioni, a partire dai territori coinvolti che da 33 della precedente edizione diventano 50 ed entra nelle scuole con lo scopo, secondo Giuseppe Cappochin, presidente del consiglio nazionale, di “generare una cultura della domanda di qualità, di modalità nuove nella progettazione, per scongiurare l’assuefarsi ad una edilizia mediocre che ancora oggi, troppe spesso, ferisce ed umilia le nostre città”.