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La politica del pinguino di Di Maio, un passo avanti e tre indietro?

Roma – Avanti, indietro, avanti, avanti, avanti. Il plenipotenziario capo politico dei cinquestelle nonchè sovrano Ministro degli Esteri alla Farnesina Gigino of Maio, conferma la politica del pinguino. Un passo indietro e due avanti. Sembra una danza che il leader mette in campo al bisogno, adattandola alla situazione che si viene a creare. Prima l’accordo con la lega, poi l’accordo con il PD, ora che l’Umbria li ha mazzolati cambia registro e vuole solo accordi con movimenti (quali?) e non con il Partito Democratico, che però resta alleato nel governo nazionale. Della serie quando a tordi e quando a grilli disse la volpe ai figli. Il personaggio è diventato completamente inaffidabile, una concentrazione di poteri che ha fallito e continua a fallire. Non è carismatico e non ha una minima dose di umiltà. Dunque per salvare il movimento, l’unica strada sarebbe quella di metterlo da parte e dare spazio ad altre figure più “umane” ed equilibrate e dotate del senso di obiettiva mediazione.

Ma quello che balza all’occhio degli spettatori televisivi è la saccenza con cui l’anaffettivo ministro si muove in ogni ambito. Come nulla fosse. Scrolla le spalle e va avanti, costi quel che costi. Of Maio non appena avrà finito di distruggere totalmente il movimento si iscriverà al Partito Democratico, e da li proseguirà quel che ne resta del suo cammino politico.

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