L’insaputa, la patologia che colpisce l’Italia del terzo millennio
Il virus si diffonde a macchia di leopardo
Editoriale – Mai come ora la nostra Repubblica Italiana ha fatto riscontrare picchi e concentrazioni altissime del virus dell’Insaputa. Una vera e propria malattia che nasce in politica e trasmigra anche nel contest giudiziario. Ora anche la fidanzata del povero Luca Sacchi, recentemente ucciso nella capitale romana, è stata colpita da tale patologia. Tanto che la medesima non sapeva di avere settantamila euro dentro lo zaino. Così ha dichiarato.
Ma oltre a questo siamo abituati nela politica italiana ad avere a che fare con questa grave patologia, la perdita di cognizione, di memoria ed un senso di smarrimento che colpisce il politico in corsa non appena viene colpito dal virus dell’indagine o di qualche scandalo. Il contagio avviene per via amministrativa, e quindi bisogna trovare una formula per curare queste forme di amnesia che rendono improvvisamente così indifesi anche i politici più temprati e vigorosi. E’ uno stile tutto italiano quello di cadere sempre dalle nuove, dell’essere sempre estranei a fatti che vengono contestati dalle Procure dopo lo svolgimento delle indagini preliminari. Nessuno sà, nè immagina il perchè. Li non c’era e se c’era dormiva e non capiva cosa stesse accadendo. L’aggravante poi dei fatti contestati è presto sostituita dalla ormai rituale “insaputa” di tutto ciò che accade intorno. E poi le penose dichiarazioni anch’esse rituali e di una banalità unica nel loro genere, ossia la “proverbiale fiducia nella magistratura”. Si capisce lontano un miglio che le reazioni di chi viene indagato o per fatti contestati, sono finte. La cosa che sorprende di più è come questi intelligenti politici possano credere di confondere anche in questo caso le carte nella tavola. E’ normale che chi governa può incappare in procedimenti giudiziari, e questo può stare nella norma, ma non si può dire che non si sa di cosa si stia parlando. I registi sanno bene cosa fanno i loro attori, e se non lo sanno si vede che non possono fare i registi, quindi farebbero bene a lasciare spazio ad altri. Questa patologia colpisce però tutta la classe politica, senza distinzioni di sorta, non esistono partiti o movimenti resistenti a questi virus delle indagini. Nessuno ritiene di doversi mai dimettere, tutti vanno avanti ad oltranza sfidando tutto e tutti, tronfi del potere detenuto a vario titolo. Le vittime poi sono gli stessi elettori che ce li hanno messi, e che hanno anche, talvolta, l’ardire di difendere l’indifendibile e soprattutto di non saper votare. Per curare la patologia una soluzione potrebbe essere a livello informatico, uno slot con microchip a corredo del cervello difettoso.
Editoriale del Direttore Daniele Imperiale