Roma – Il livello mediatico sul caso della Ex Ilva ora ArcelorMittal è sceso vertiginosamente. Con il passare dei giorni la politica ha fatto sì che le dichiarazioni su tali tematiche venissero rilasciate sempre più succinte e con il contagocce. La concomitanza di altre vicissitudini politiche e turbolenze governative hanno fatto spostare l’attenzione su un problema che è tutt’altro che risolto. Ma il dito non può essere puntato su colossi imprenditoriali come Mittal da soggetti che pur se titolati da un prestigioso incarico, sono lontani anni luce dai problemi dei lavoratori e dello stato d’animo in cui sono costrette ad affrontare il Natale mila famiglie.
Sì, perchè mentre la politica comicizza, polemizza e fa la voce alta, i problemi restano. C’è una totale inadeguatezza nel saper portare avanti una trattativa, che è sicuramente complessa, ma proprio perchè tale andrebbe impostata a livello imprenditoriale e di utilità sociale.
Le restrizioni come l’eliminazione dello scudo fiscale hanno compromesso questa situazione, e mentre la politica si occupa di salvare banche, e di indici di mercati internazionali ci sono mila persone a rischio lavoro. E tutte in situazioni particolari in cui non è certo facile trovare un lavoro sostitutivo.
Le acciaierie, infatti, sono caratterizzate da una professionalità particolare esclusivamente riservata ad un settore certo non comune. E quindi i riflettori si riaccendano sull’ex Ilva, e oltre alla vicinanza di rito e alle parole vuote, la politica abbia dignità di se stessa e risolva questa situazione, volere è potere.
(Il direttore di Uffici Stampa Nazionali)