ROMA – L’Italia dunque chiude per malattia, ma guarirà presto. Un popolo in torpore per certi versi che speriamo possa ritrovare quell’energia e quello spirito per combattere. Un mix incontrollabile di fattori ci sta portando a modificare in pochi giorni le abitudini di vita quotidiana. L’unico modo che abbiamo in questi giorni per curare la patologia pubblica è collaborazione e senso di appartenenza, lasciandoci dietro le spalle le negatività. Finchè c’è vita abbiamo il dovere di viverla e non di crucciarci ancorprima che il tempo o le vicissitudini decidano per noi. Viviamo, ascoltiamo musica, ed impegnamoci tutti a far passare questo buco nero il prima possibile.
Il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha firmato ieri sera dopo le 22 il decreto che introduce nuove norme di prevenzione e contrasto della diffusione del coronavirus, ivi inclusa la sospensione dell’attività didattica nelle scuole e negli atenei fino al 15 marzo. Ma non c’è solo questo. Il decreto, in vigore da oggi 5 marzo, contiene altre indicazioni valide su tutto il territorio nazionale.
Sono sospesi i congressi, le riunioni, i meeting e gli eventi sociali, inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.
Fino al 3 aprile il campionato di calcio di Serie A e gli eventi sportivi agonistici si svolgeranno a porte chiuse.
Sono consentiti gli allenamenti, ma sempre senza pubblico.
È fatta espressa raccomandazione a tutte le persone anziane o malate di evitare di uscire dalla propria abitazione fuori dai casi di stretta necessità e di evitare comunque luoghi affollati nei quali non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.