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L’inferno esiste solo per chi ne ha paura

Editoriale – Preghiera in Gennaio venne scritta dal grande cantautore Fabrizio De André nel 1967. Volle dedicare questa ode a Luigi Tenco che morì suicida all’età di 29 anni. L’album uscì nello stesso anno di questa tragedia che scosse il mondo della musica italiana. De André era molto amico di Tenco e non voleva accettare, e forse nè lo ha mai fatto, questa dipartita prematura che avvenne in quel di Sanremo. Nel posto in cui la musica nasceva, per Tenco finì.

Ed ecco che ascoltando questo brano, una vera e propria ode travagliata che annovera una serie di significati profondi sulla vita e sulla morte anche quella auto inflitta.

E soprattutto su questo aspetto che si concentra la vena poetico-narrativa di De André, passai forti, importanti e che ancora oggi a distanza di tantissimi anni costituiscono un monito per scuotere le coscienze. Non potevano certo immaginare i grandi cantautori che hanno celebrato i sentimenti di una epoca ormai lontana che la società del terzo millennio avanzato potesse trovarsi sconfitta da un minuscolo virus chiamato “corona”.

Ed ecco che l’ascolto fornisce una riflessione: De Andrè in un passaggio vuole trovare una risposta che dia coraggio e reattività:

L’inferno esiste solo per chi ne ha paura.

e dunque i timori di ciò che sta accadendo sembrano volerci proiettare in un buco nero come un inferno perchè non conosciamo ancora cosà potrà attenderci. Ma questo anche ieri era così, siamo a malapena testimoni del nostro presente, custodi del passato ma non necessariamente protagonisti di un futuro che è incerto ogni mattina, ogni ora del giorno.  E dunque non dobbiamo aver paura, non dobbiamo toglierci la vita seppure in una forma diversa dal suicidio spegnendo i nostri desideri, i nostri sorrisi e le nostre speranze. Il sistema di cui siamo parte non ci garantisce alcuna certezza a prescindere.

De Andrè cita che non c’è l’Inferno nel mondo del buon Dio. Ecco come nella storia riscopriamo anche un pò di quella fede che aiuta a sopportare le tragedie che inesorabilmente fanno parte della nostra vita vissuta e di ciò che arriverà.

Non provochiamoci dunque una morte prematura nel corpo e nell’anima, cogliamo l’occasione per agire, ragionare e fare i conti con una realtà che fingiamo di non conoscere. Solo così saremo in grado di affermare il dono della vita che ci è stato dato.

Daniele Imperiale

 

 

 

Invito all’ascolto:

 

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