Emergenza Covid, Davide Serafini scrive al governo: “come imprenditori abbandonati dalle istituzioni”
Roma – “Sono il gestore di un’area di Servizio carburanti autostradale ,come servizio publico non posso chiudere rientrando tra le attività essenziali , dispongo di sette dipendenti e ho usufruito della cassa integrazione per tre di loro.” Con queste parole inizia una accorata nota indirizzata al governo italiano. Chi scrive è Davide Serafini un imprenditore italiano che unitamente alla sua famiglia ha generato da sempre produttività in diversi comparti ed in diverse aree del territorio nazionale. Serafini lancia un grido di dolore però sul fronte della distribuzione carburanti, gestisce infatti l’area di Servizio Civita Sud sulla A24 Roma – L’Aquila – Pescara e situata nei pressi di Carsoli. La nota così prosegue:
“Dovendo coprire i turni h24 devo continuare a stipendiare quattro addetti con un incasso ridotto del 90% rispetto al periodo pre restrizioni.
Non ho ricevuto nessun supporto di sicurezza ( mascherine ,guanti ,ecc)ma mi è stato imposto dagli organi preposti di dotarmi di tali supporti previa chiusura dell’esercizio.
Non ho ricevuto nessun supporto finanziario pur lavorando in perdita di circa €900,00 al giorno.
Mi dicono che siamo tutti sulla stessa barca ma ho l’impressione che la mia sia fallata e stia affondando inesorabilmente.
Voglio continuare a prestare servizio fino al limite del possibile ma finito il fieno in cascina sarò costretto a chiudere.
Ho dato lavoro a molte persone
Ho pagato un mare di tasse
Ho contribuito allo stipendio di politici benpensanti
Nel momento del bisogno mi sento completamente abbandonato dalle istituzioni.”