Operatori socio-sanitari in tempo di emergenza, grido di dolore dalla Sicilia: “urgono riforme e contratti”
Ragusa – Mai come ora in piena emergenza sanitaria nazionale e mondiale il ruolo degli operatori socio-sanitari si è fatto apprezzare particolarmente. Figure che costituiscono un filtro importantissimo nella sanità pubblica e privata di cui forse solo ora si comprende come non se ne possa fare a meno. Eppure come per altri settori, questa categoria con mansioni di rilievo è stata sempre sottostimata e poco conosciuta anche dall’opinione pubblica.
“Gli OSS lavorano in silenzio,- spiega Natasha Pisana coordinatrice regionale Io sono OSS Sicilia – e diventano punti di riferimento sempre più basilari. Ecco l’emergenza Covid 19 è come una guerra. Si sta combattendo un nemico invisibile, e la categoria è un puzzle indispensabile del mosaico dei soccorsi. Senza gli Oss, sarebbe come se un generale combattesse la guerra senza soldati. Eppure questi soldati fin troppo bistrattati e dimenticati ora più che mai servono.
Un contesto dove servono contratti certi che stabilizzino il lavoro e che mettano l’operatore in condizioni di formarsi continuamente, accrescendo la professionalità al servizio dei pazienti e della sanità stessa. Oggi per la categoria mancano i dispositivi di protezione proprio in questa emergenza. Molti colleghi costretti ad utilizzare mascherine faidate, in situazioni davvero spiacevoli. E a cosa serve tenere la gente in casa per limitare i contagi del Covid 19 se poi non mettiamo gli operatori sanitari, così come medici ed infermieri nelle condizioni di poter operare in sicurezza? C’è gente – prosegue la Pisana – che dell’OSS ha fatto una missione di vita basando tutto su questa che è una vera e propria professione.
L’emergenza – conclude la coordinatrice – deve farci riflettere ed insieme ai piani per il rialzo economico e sociale di questa crisi, bisogna pensare al futuro qualificando la categoria poichè come abbiamo potuto vedere una sanità organizzata salva la vita alle persone”.