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Un’insolita Londra, ferma e deserta per combattere il Covid-19

Il punto della situazione con Gianmarco Mestichella, anche l'artista abruzzese rimane a casa per far fronte all'emergenza sanitaria

C’è chi in questi giorni di quarantena guarda il suo piccolo paesino da una finestra e riflette pensoso sulla difficile condizione che il nostro Paese sta vivendo in questo periodo. Chi ascolta da lontano le onde del mare e malinconico guarda l’arrivo della bella stagione. Chi da un balcone all’altro scambia saluti e strofe di note canzoni e chi invece guarda l’Italia da lontano, da una terra straniera e rivolge sofferenza e vicinanza ai propri familiari colpiti direttamente e non dal Covid-19.

È la condizione di chi ha deciso di inseguire un sogno, una passione ed ha trovato o cerca di trovare un posto nel mondo diverso da quello dove è nato. Tutta l’umanità si ferma per combattere il coronavirus. Alcuni Stati hanno sin da subito preventivato norme restrittive per tutelare i propri cittadini altri invece, pensando si trattasse di una poco più che nota influenza, hanno pensato di non ricorrere a decreti troppo severi e di limitare semplicemente i contatti. Ma come si trovano adesso i nostri cari giovani italiani all’estero? In città come Londra, New York e Madrid che ora stanno vivendo una prima fase del contagio e che riscontrano giorno dopo giorno un consistente numero di contagi e di vittime, i nostri cervelli in fuga si trovano al sicuro? Tanto hanno fatto discutere in queste ultime settimane le parole del primo ministro inglese Boris Johnson, positivo al tampone Covid-19 da oltre 10 giorni. Il politico, dallo scoppio dell’emergenza epidemiologica, invitava la popolazione londinese a non perdere la calma e a non cambiare il proprio stile di vita dato che la situazione era sotto stretto controllo nazionale. Quelle che vediamo ora però sono le immagini di una Londra deserta, ferma e desolata. Una delle metropoli  più attive e dinamiche al livello mondiale si ritrova a fare i conti con un notevole aumento di casi.  Attraverso social e mezzi di comunicazione è possibile rintracciare sensazioni ed impressioni che i nostri concittadini hanno vissuto e che continuano a vivere dallo scoppio dell’emergenza epidemiologica.

“Inizialmente, quando l’Italia era già in lockdown da più di una settimana, si viveva una situazione confusionale, di delusione e rabbia, in quanto qui sembrava continuare tutto normalmente, come se non stesse accadendo nulla”. È quanto afferma Gianmarco Mestichella, musicista e cantautore abruzzese che, da oltre dieci anni, vive nella capitale Britannica e che inevitabilmente si fa portavoce di chi, come lui, ha investito il proprio futuro all’estero.“Credo che molti italiani non si siano sentiti a proprio agio e che ci sia stato, da parte di tutti, grande dispiacere nel vedere il nostro Paese attraversare questa sfida. Per quanto riguarda invece cambiamenti e norme restrittive, non è stato difficile riorganizzare le proprie attività, più che altro è stato necessario entrare nell’ordine di nuove idee ed abitudini. Spesa e beni di prima necessità vengono garantiti con servizi a “domicilio”, soprattutto per le fasce a rischio. Per il resto possiamo solo rimanere casa, fare nel proprio la differenza e sperare in una futura ripresa.”

Dunque, in questa emergenza sanitaria non contano più i chilometri di distanza e le differenze culturali. Noi, cittadini del mondo, siamo chiamati tutti a un comune denominatore, quello di rimanere a casa. Per adesso non abbiamo altra scelta, il distanziamento sociale è l’unica arma in grado di veicolare la diffusione del Covid-19. Continuiamo a rimanere distanti oggi per abbracciarci domani.

 

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