Roma – Sempre all’ora di cena, di un sabato sera che in altri tempi era dedicato allo svago, il presidente del Consiglio in una forma un pò più democratica ha dettato i tempi della “ripartenza”. Una serie di elencazioni varie di date e moti a luogo già conosciuti ed anticipati. Un repetita iuvant in sostanza che sembra voler tentare all’Italia di riacquisire una relativa normalità. Si perchè molte sono le norme stringenti di distanziamento sociale che rendono ancorpiù complesso se non impossibile a molte attività produttive di riaprire i battenti.
Il Conte della fase 2 avanzata è apparso sicuramente meno altezzoso della volta precedente, non ha usato il termine “consentiamo” e già è un passo avanti. Ha presentato il calendario delle riaperture fino a metà giugno con la possibilità di riaprire cinema e teatri. E dal 3 giugno il liberi tutti con frontiere europee aperte per favorire il turismo estivo seppure tra mille difficoltà
E domani quindi è il giorno atteso perchè non vi sarà piu’ bisogno di stare a dare tante spiegazioni alle forze dell’ordine se ci si sposta all’interno della propria regione. Poi anche queste barriere, curva permettendo dovrebbero sparire il 3 giugno. Conte infatti ha usato piu’ volte il condizionale evidenziando che in caso di nuovi focolai o risalita di contagi ove non provvedessero le regioni sarà il Governo a passare l’acqua ramata ove necessario. Ai posteri le ardue sentenze.