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Cina, entrate in ripresa. A giugno il gettito torna a crescere

L’economia della Repubblica popolare cinese riparte dopo la caduta del primo semestre. Versamenti tributari in crescita a giugno (+3,2%)

Redazione esteri – Le entrate tributarie della Repubblica Popolare Cinese hanno ripreso a crescere, con un incremento del 3,2% su base annua nel mese di giugno. Un segnale importante, che mostra come la fase più dura dell’emergenza sanitaria ed economica causata dal Covid-19 nello stato cinese appaia alle spalle, dopo un primo semestre dell’anno in cui le entrate erano calate complessivamente del 10,8% ( -14,3% nei primi tre mesi).  In un contesto di salute rinnovata per le casse statali, è ripartito anche il progetto Belt And Road Initiative Tax Administration Cooperation Mechanism (Britacom), con un incontro internazionale a distanza sulla condivisione di strumenti e strategie fiscali per rispondere all’impatto del Coronavirus sull’economia degli Stati.

Segno più per le entrate, economia di nuovo in crescita
Se nel primo trimestre nella Repubblica Popolare Cinese le entrate erano diminuite del 14,3%, il secondo trimestre ha visto a giugno il ritorno del segno positivo, con una dinamica di crescita di una delle principali locomotive dell’economia mondiale. “La crescita positiva delle entrate fiscali – ha commentato l’economista Yang Weiyong in una nota ufficiale dell’amministrazione finanziaria cinese – riflette la costante ripresa economica della nazione e il funzionamento stabile delle strutture del mercato. Con l’economia che continua a recuperare anche nella seconda metà dell’anno, si prevede che le entrate fiscali aumenteranno ulteriormente e cresceranno i fondi disponibili affinché il governo supporti l’economia”.  Il rilancio dell’economia cinese si traduce nella ripresa del prodotto interno lordo. Nel primo semestre dell’anno la caduta del Pil si è limitata a un calo complessivo del 1,6%, rispetto al -6,8% registrato nei primi tre mesi. Secondo il Governo cinese è probabile che alla fine del 2020 la produzione di beni e servizi ritorni a crescere fra il 2 e il 3%. Nel frattempo, risulta notevole lo sforzo del Governo cinese per fare cassa tramite l’emissione di obbligazioni. In particolare, è stata programmata l’emissione di 3,75 miliardi  di yuan in bond locali, destinati a finanziare gli investimenti in infrastrutture. A tal proposito, ad inizio giugno erano già stati emessi 2,24 miliardi di miliardi (una cifra già impegnata all’85%).

Il rilancio del Progetto Belt and Road Initiative
La ripartenza della Repubblica Popolare Cinese si concretizza sul versante della fiscalità internazionale col rilancio del Progetto Belt And Road Initiative e in particolare della struttura di cooperazione fra le amministrazioni fiscali (Britacom). Con questo obiettivo, il 2 giugno scorso si è tenuto un incontro virtuale del Britacom. Nel meeting a distanza è stato concordato di scambiare le informazioni e condividere le esperienze fra le amministrazioni aderenti attraverso una piattaforma ad hoc, denominata “Rispondere al COVID-19”. Uno strumento costruito per condividere in tempo reale le politiche fiscali anti-pandemia e le misure per adeguare i servizi ai contribuenti, per giungere rapidamente all’elaborazione di soluzioni comuni.  È stato, inoltre, deciso di rinviare al 2021 il secondo forum delle amministrazioni fiscali della “Nuova Via della Seta”.

La “Nuova Via della Seta” del fisco ha un giornale
La rete di cooperazione fiscale della Belt and Road Initiative si è dotata anche di un periodico “The Belt and Road Taxation Journal”, con un comitato editoriale composto da 31 esperti fiscali da oltre 10 paesi nel mondo.  Nelle intenzioni dei promotori – si può leggere in una nota ufficiale – il magazine “sarà una pubblicazione di alta qualità che mostrerà i progressi in materia di fisco in paesi e regioni rilevanti […] per spingere a livelli superiori la cooperazione fiscale del progetto Belt and Road”.

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