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Il “condizionamento collettivo”, dal 1956 al Covid 19: ecco la profezia del filosofo Günther Anders

Editoriale – Nel lontano 1956, anno noto in Italia per una storica e copiosa nevicata, il filosofo tedesco Günther Anders ebbe a pubblicare un libro che in quei tempi passò praticamente inosservato all’opinione pubblica dal titolo “L’uomo è antiquato“. In questa opera letteraria destinata ad essere oggi piu’ che mai attuale negli insegnamenti e per spunti di riflessione,  si analizzava in maniera teorica quale procedura potesse essere adottata per governare i movimenti sociali, specialmente se in contrasto con il potere e  se essi avevano possibilità di diffusione.

In particolare Anders ebbe a soffermarsi sul condizionamento collettivo e sull’indottrinamento controllato, e leggendo passaggi di questo libro tutto sembra una vera e propria profezia sulla quale val bene l’occasione di riflettere attentamente.

L’opera letteraria descrive infatti il  rapporto tra l’uomo e la macchina, destinata a sopravvivergli, a governarlo, perché divenuta insostituibile per la sua esistenza. Definisce altresì quelli che elenca quali principi di “cecità verso l’Apocalisse“, che caratterizzavano l’era atomica e anche oggi non hanno perso la loro essenza.

La teoria filosofica di Anders poneva attenzione sul fatto che per soffocare in anticipo ogni possibile rivolta popolare, non bisognava essere violenti. I metodi del genere di Hitler vennero ritenuti già allora piuttosto obsoleti.

Per Anders infatti, e parliamo nel 1956 bastava creare ad hoc una sorta di  condizionamento collettivo così forte potente che, l’idea stessa di rivolta, non verrà nemmeno più alla mente degli stessi uomini in preda alla paura e alla sottomissione psicologica.  Un percorso che se strutturato a lungo termine potrebbe poi proseguire nel ridurre drasticamente l’istruzione e riportarla in ranghi controllati di inserimenti professionali standardizzati.

Una persona ignorante, pur se di animo buono,  è dotata di un pensiero limitato e più il suo pensiero è limitato a preoccupazioni mediocri, meno può reagire.

Dunque più si limita la conoscenza, lo studio, l’approfondimento talvolta mirato a sviscerare argomenti su piani esoterici,  e maggiormente si accrescere la distanza tra il popolo e la scienza, riservata ad una elite sempre piu’ ristretta e detentrice di potere crescente,

La comunicazione rivolta alle masse viene anestetizzata da qualsiasi contenuto sovversivo predilingendo le forme perduranti allarmistico-ansiogene. Dati, numeri, circostanze gestite dal potere e senza la possibilità di verifica e o di contraddittorio.

Bandire quindi filosofia, illuminazione, ricerca della ragione e degli approfondimenti sull’esercizio del dubbio. Chi si pone infatti interrogativi sul bianco e sul nero, è destinato a diventare un pericolo. O è bianco o è nero, perchè dunque faticare nel capire il significato di colori diametralmente opposti?

La persuasione è la nuova arma che sostituisce la violenza di un tempo perduto, e le masse se raggiunte da comunicazione impostata strategicamente reagiranno in nessun’altra maniera che facendo ciò che il sistema impone di fare, senza reagire. Come robot.

È cosa buona, con chiacchiere e musica incessante, l’impedire allo spirito di pensare.” – queste le affermazioni di Anders che si leggono nel suo libro sopra citato:

Metteremo la sessualità al primo posto degli interessi umani; come tranquillante sociale, non c’è niente di meglio. In generale, si farà in modo di bandire la serietà dell’esistenza, di ridicolizzare tutto ciò che ha un valore elevato, di mantenere una costante apologia della leggerezza, in modo che l’euforia della pubblicità diventi lo standard della felicità umana e il modello della libertà.

Il condizionamento produrrà così da sé tale integrazione, che l’unica paura – che dovrà essere mantenuta –  sarà quella di essere esclusi dal sistema e quindi di non poter più accedere alle condizioni necessarie alla felicità. L’ uomo di massa, così prodotto, deve essere trattato come quello che è: un vitello, e deve essere monitorato come deve esserlo un gregge. Tutto ciò che permette di far addormentare la sua lucidità è un bene sociale; tutto ciò che rischia di causare il suo risveglio, deve essere ridicolizzato, soffocato, combattuto.

Ogni dottrina che metta in discussione il sistema, deve prima essere designata come sovversiva e terrorista e coloro che la sostengono dovranno poi essere trattati come tali.”

Analizzando dunque questi concetti e rapportandoli a quanto sta avvenendo in Italia e nel mondo in generale si possono trarre adeguati spunti di riflessione.

Alcune strategie non saranno certo casuali, soprattutto sul come tenere in casa le persone, privandole di ogni libertà. Che la spada di Damocle del virus Covid 19 dovesse pendere per molto tempo sul collo degli italiani si era capito sin da subito. La tanto cara curva epidemiologica ha cristallizzato posizioni, ne ha accresciuto visibilità e creato un nuovo regime di stato, totalmente diverso da quello per il quale il popolo si era espresso.

Il pensiero filosofico di Anders dunque si adatta perfettamente, come una profezia, o forse come una strategia attuata in linea da un comune pensiero per fronteggiare contagi da una parte e per condizionare comportamenti abituali dell’altra.  O forse anche per produrre dispositivi, vaccini e tutto ciò che presumibilmente possa ricondurre il popolo ad una relativa normalità.

L’epidemia segnerà un passaggio importante, ed analizzando il primo lockdown con un atteggiamento arrogante del presidente del consiglio: li ci sono state rivolte. Poi con un atteggiamento morbido, a piccoli passi, il popolo si è già assuefatto al coprifuoco che ormai potrebbe diventare anche una modalità permanente effettiva: perchè sforzarsi di pensare troppo a cosa non si può piu’ fare? Ci si adatta gradualmente. Ed il sistema tiene conto di queste reazioni, non solo per il presente, ma anche per il futuro. A vantaggio di un nuovo ordine di poteri e a scapito di persone che comunque vittime di loro stesse,  non vogliono nemmeno fare fatica a leggere e o a pensare.

Esiste però una dimensione peraltro scomoda, ossia in quella fascia di persone che non si accontentano di ricevere ordine, sono disposti ad ottemperare per il bene comune, ma che legittimamente vogliono capire il perchè. Non è ambizione, è esercitare un diritto dovere per la propria dignità e nel rispetto di quanti con la vita hanno pagato il tributo per avere libertà e pace, oggi negate da un virus sanitario e nel contempo politico.

Ai posteri le ardue sentenze.

Günther Anders è stato un filosofo e scrittore tra i padri con Robert Jungk del movimento antinucleare. Ebreo tedesco nato con il cognome Stern, fu allievo di Heidegger e in seguito sposò Hannah Arendt.  Doveva ottenere la cattedra a Francoforte ma gli fu impedito dalle pressioni del filosofo proto-sessantottino Theodor Adorno. Fuggito negli USA all’avvento del Nazismo in Germania,  si mantenne con lavori particolarmente umili.

 

 

 

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