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Nuovo governo, analisi di una speranza sfumata?

Roma – La speranza in un nuovo governo era riposta principalmente su un cambio di rotta a livello di politica sanitaria nonchè economico finanziaria di rilancio. Ma la riconferma del Ministro Speranza, abbinata anche a quella della Lamorgese ha suscitato delusione anche sui più accaniti sostenitori del nuovo premier.

Si è subito capito che tutto resterà così come è, il chiusurismo andrà avanti e per riavere le serate a propria disposizione il popolo dovrà attendere ancora molto a lungo. E lo si è visto chiaramente, dopo un primo step di silenzi di virologi e scienziati che ogni minuto allarmano la popolazione bacchettandola come un maestro faceva con gli alunni in tempi passati, con la riconferma di Speranza è tornato il terrore. Ora quello delle varianti.

Non che non si debbano dire le cose nè che si debbano sottacere. Ma ogni minuto viene propinata l’unica cura possibile: il lockdown duro sperato e da sempre voluto dal tour di virologi. Avranno anche ragione loro, ma per salvare taluni non si possono uccidere talaltri. Non è giustificabile. Ad un anno esatto dalla chiusura ad oltranza di attività produttive, vita spenta agli italiani non ci consola di certo il fatto che anche altre nazioni stiano così come noi. Anzi a volte ci fanno anche pesare che non stiamo in lockdown mentre gli altri sì e che quindi dovremmo prendere esempio.
Certo a quei signori che ogni giorno contribuiscono ad abbassare il morale pubblico andrebbero dette molte cose, ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Sono contesti diversi vite diverse. Situazioni diverse.

Siamo tornati al classismo sociale, e chi beatamente vede aumentare i propri conti correnti anche grazie alla pandemia, poco importa se ristoranti, palestre ed altre attività siano al collasso. Sta bene Rocco, e anche tutta la Rocca. L’egoismo è dilagante, e la speranza di un cambio di passo non sembra certo avere quelle caratteristiche sperate.

A meno che sia lo stesso Draghi a sorprenderci come speriamo. Alla fine di tutto questo però l’unica vittima è Giuseppe Conte, e anche i più accaniti con il dito puntato oggi iniziano una seppur flebile difesa. Casalino ha sbagliato il modus comunicandi, ha caratterizzato il premier in maniera troppo altezzosa e distaccata rispetto al popolo. Ma se si contesta l’inadeguatezza di un governo e poi se ne fa nascere un terzo con punti chiave (salute ed Interno) che sono sempre gli stessi non si capisce come si possa proseguire.

Anzi i riconfermati ora prenderanno ancora più boria, perchè prima erano in bilico ed ora una maggioranza così ampia gli garantirà ancorpiù  libera saccenza e distanza popolare.

Anche la Lamorgese sembra essere distante anni luce dal popolo per lo meno è quello che traspare dal suo atteggiamento. Non vale per altri ministri come lo stesso Di Maio, o la Bellanova ad esempio.

L’unica “speranza” è l’integrazione con altri ministri di spessore. Certo il riconfermato Speranza non potrà fare tutto il suo comevuole, dovrà rendere il conto anche alla Lega e a FI, ma il meccanismo che vede vaccini in ritardo e recrudescenze infinite epidemilogiche è tuttora in pole position.

La senzazione iniziale è che il nuovo governo sia ispirato alla miglior tradizione cencelliana con un mix esteso alle competenze tecniche.

Ai posteri le ardue sentenze.

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