Roma – L’elettrificazione è uno dei temi di rilevante importanza nel contesto dell’automotive. Il mercato pertanto vuole rispondere sia alle sempre più stringenti norme anti-inquinamento, che per studiare nuove tecnologie. Le auto ibride quindi stanno avendo sempre più peso anche nel mercato italiano, grazie anche agli incentivi statali: ma quali sono le differenze tra le tecnologie attualmente disponibili?
Le tecnologie ibride
Sono tre le tecnologie attive nel settore dell’auto: mild hybrid, full hybrid e ibride plug-in. Nella MHEV, il motore termico è supportato da un motore elettrico, alimentato da una piccola batteria, spesso con sistemi da 48 V. Il motore elettrico va solamente ad aiutare quello termico in alcune situazioni e non consente di viaggiare in modalità 100% elettrica.
La HEV (Full Hybrid) propone un motore elettrico affiancato a quello termico, con un pacco batterie più grande. È così possibile viaggiare anche in modalità a zero emissioni per 4 o 5 chilometri, aumentando però il peso della vettura.
Se in queste due tecnologie, il motore elettrico si ricarica durante la marcia, con la tecnologia PHEV (ibrida plug-in) entriamo nel segmento delle auto ‘con la spina’. Infatti, le plug-in hanno un pacco batteria decisamente più grande e, per questo motivo, va ricaricato tramite la spina. Questo consente alla vettura di superare anche i 50/60 km di autonomia 100% elettrica.
L’auto elettrica
L’ultimo step dell’elettrificazione sono le vetture BEV, cioè elettriche. In questo caso, scompare definitivamente il motore termico e resta solamente quello elettrico, accoppiato ad un grosso pacco batteria, da ricaricare tramite le colonnine o, anche, con una spina domestica. Impiegando però molto più tempo per recuperare la carica.