Roma – Fino al 16 maggio il Padiglione 9A del Mattatoio ospiterà la mostra “Fotografia. Nuove produzioni 2020 per la Collezione Roma” a cura di Francesco Zizola, promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Crescita culturale e dall’Azienda Speciale Palaexpo.
Un ampio spazio è dedicato agli scatti di cinque fotografi internazionali che raccontano Roma da approcci visuali e concettuali diversi. Come scriveva Italo Calvino “le città sono un insieme di tante cose, di memorie, di desideri, di segni d’un linguaggio”. I luoghi fotografati, le tracce materiche, i volti mostrano una realtà sfaccettata che non smette mai di raccontare la sua storia, offrendo allo spettatore uno sguardo trasversale e profondo sulla Capitale.
La mostra presenta gli scatti del fotografo Alex Majoli che immortala le strade di Roma e le piazze, rinnovando il linguaggio di espressione nel documentare il reale. Le foto di Sarah Moon invece guardano al ruolo della memoria e del ricordo nel suo rapporto con la materia: l’utilizzo della pellicola istantanea Polaroid accentua i segni del tempo che passa.
Nadav Kander, maestro nel panorama fotografico internazionale, ha esplorato con i suoi scatti il volto della Roma antica, cercandone le tracce nei pori delle pietre che furono decorazioni, colonne o statue. E ancora, le foto di Tommaso Protti mettono a confronto la capitale storica con la realtà cruda della nuova Roma, in particolare quelle delle periferie.
Infine, Martin Kollar nel progetto “Tutte le strade portano a Roma, the Long Stroll” ha scelto di lavorare sull’originaria collocazione di Roma al centro del mondo. Il fotografo ha ripercorso a ritroso la strada che dall’antico confine riporta al centro dell’Impero, un viaggio a piedi di 42 giorni, da Bratislava alla Città Eterna, sulle strade che un tempo erano le arterie principali dell’Impero romano.
“I lavori racchiusi in questa mostra guardano a Roma ognuno in maniera differente attraverso uno sguardo autoriale che sa porsi in modo consolidato all’avanguardia nel processo di rinnovamento del linguaggio fotografico” commenta il fotografo e curatore della mostra Francesco Zizola. “Le immagini raccontano di una città multiforme e mutevole in cui l’eredità dell’Impero Romano si mischia al buio delle periferie e le cui diverse anime coesistono dialogando tra loro. La fotografia può avere la capacità di restituirci la traccia di ciò che la nostra città è stata nello sguardo degli autori che l’hanno interpretata”, conclude Zizola.