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Morti di, per e con Covid, l’esercizio del dubbio!

Roma – L’innalzamento repentino di ieri che ha visto numeri in esponenziale crescita rispetto ai decessi covid ha suscitato non poche perplessità. Oltre al numero dei contagi che resta sempre molto elevato. Orbene sono mesi che non esiste più la sera e che si vive una forma di lockdown seppure attenuato dai colori diversificati e chiusure localizzate, dove tutto ciò che era parte integrante e sostanziale della vita è stato cancellato eppure il covid non tende a diminuire se non di poco.

Le annunciate ondate, i picchi, gli intubati, sono diventati la merce preferita da vendere nei social media. Ma il popolo si è assuefatto anche al terrore, e spento guarda una tv che continua inesorabilmente a decantare il peggio di quanto stia accadendo.

Ma se è tutto vietato, se non si può uscire dal proprio comune, spostarsi tra regioni perchè facciamo entrare gente nei porti? Questa la domanda ricorrente, come parimenti ricorrenti sono i dubbi su questi rallentamenti delle vaccinazioni, che vengono prima poste come l’olio della Maddalena, e poi però insorgono dubbi sulle somministrazioni, rischi di tromboembolie, e chi piu’ ne ha ne metta.

Partiamo dal fatto che essendo vivi, saremo destinati inesorabilmente a morire. Prescidendo dal covid, l’uomo è nato vulnerabile e sempre lo sarà, per questo sta attento. Ora il virus della malora che è sembrato tanto gradito alla politica dominante, ai pretesti vari di emulazioni di nazioni più energiche come la Germania, della quale siamo soccombenti ab antiquo, ha rotto equilibri di vita. Si vive una non vita. Chi non può lavorare, chi non sà come fare, e chi lavora, comunque lo fa in maniera rituale, robottizzata e senza alcuna prospettiva.

Abbiamo scuole chiuse, tutto chiuso, non lasciamoci incantare dal fatto che ormai l’arancione sembri un lusso. Ci sono attività chiuse da un anno e che sono destinate, diciamocelo chiaramente al fallimento. Chi può si attrezzi, cambi mestiere. Ma quale mestiere dovrebbe fare un personal trainer che ha sempre gestito palestre ed i ristoratori? Cosa dovrebbero fare? Tutti assunti dallo Stato?

I dubbi sui dati comunque, venendo al titolo dell’articolo sono ancora forti, manca una autorità garante di  certificazione e la raccolta è raffazzonata e non certificata da nulla. Magari c’è gente tamponata che risulta tre volte positiva al covid e la stessa persona viene computata come contagiata tre volte, come non si hanno dati certi sui decessi. Il dubbio regna sovrano sui numeri dei deceduti. Teniamo conto che ogni giorno muore la gente, moriva anche prima e teniamo conto che si è aggiunta una mortalità di persone che non possono curarsi, o finite prima per non essersi potuti controllare a livello diagnostico. Quindi il dubbio della morte “per, con e di” covid resta tutto intero. Molte persone entrano in Ospedale senza virus, e per altre cause patologiche durante il ricovero si infettano all’interno dei nosocomi, quindi muoiono prima perchè il virus avanza, e comunque sarebbero morti magari tre giorni dopo. Ciò accade perchè come c’è un inizio vita c’è una fine, questa è l’unica certezza per tutti. Come la livella.

No, non siamo certi dei dati, dobbiamo fare a fidasse, e non è che ci si fidi molto. Anche se la maggior parte del popolo crede a tutto cio’ che il mezzo televisivo propina, perchè l’ha detto la tv.

Come disse che le mascherine non servivano a nulla, ed oggi le teniamo obbligatorie e salvavita queste che abbiamo chiamato museruole di Stato.

Liberateci dai dati, liberateci dall’oppressione, non ci resta che sperare nell’intervento del Grande Architetto dell’Universo semprechè qualcuno si alzi dal divano e lo invochi nelle debite forme.

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