Quarantatre anni fà l’uccisione di Aldo Moro, pagina nera della storia italiana
Durante i 55 giorni di prigionia, Moro viene sottoposto a lunghi interrogatori da parte del brigatista Mario Moretti e per ogni argomento Moro scriveva di proprio pugno un 'verbale'
ROMA – Quarantatrè anni. Di domande, di non risposte, di mezze verità, di ipotesi fantasiose o verosimili. Ma per conoscere l’intera verità, evidentemente è ancora ‘presto’. Il 9 maggio del 1978 è una data tragica ma allo stesso tempo un pezzo di storia d’Italia.
Franco Tritto, Francesco all’anagrafe, è stato un giurista e accademico italiano, assistente di Aldo Moro. È lui a ricevere la telefonata delle Brigate Rosse che annunciava la morte dell’allora presidente della Dc. Il dialogo tra i due, registrato, mette di fronte due stati d’animo inevitabilmente, diametralmente opposti: la freddezza e la decisione del brigatista Valerio Morucci, la calma apparente mista ad emozione di Tritto.
Moro era stato rapito il 16 marzo 1978. Il colloquio mette i brividi da subito. “Sono delle Brigate Rosse, ha capito? Non posso stare molto al telefono”, le parole di Morucci. Che senza giri di parole dice a Tritto di andare a comunicare alla famiglia, “di persona”, dove trovare “il corpo di Aldo Moro”, dice ad un commosso Tritto. “Adempiamo ultime volontà del presidente comunicando famiglia dove trovare il suo corpo”, dice ancora Morucci.
Durante i 55 giorni di prigionia, Moro viene sottoposto a lunghi interrogatori da parte del brigatista Mario Moretti e per ogni argomento Moro scriveva di proprio pugno un ‘verbale’ sui fogli quadrettati riempiendo diversi blocchi. Questi documenti, scritti personalmente da Moro e poi dattiloscritti dalle BR durante la prigionia costituirono il cosiddetto Memoriale Moro.
Gli interrogatori vennero registrati su un normale registratore, ma le bobine contenenti le domande di Moretti e le risposte di Moro non furono mai ritrovate. Dopo di allora le immagini della folla che accorre a Via Caetani, a Roma, il corpo di Aldo Moro nella Renault 4 rossa: un passaggio indelebile nella storia d’Italia. Moro, che aveva 61 anni, fu sepolto nel comune di Torrita Tiberina, piccolo paese della provincia romana dove lo statista amava soggiornare. Aveva 61 anni.
Nel mondo della politica Aldo Moro è stato tutto: accademico e giurista, segretario politico e presidente del consiglio nazionale della Democrazia Cristiana. Tra i fondatori della Democrazia Cristiana e suo rappresentante alla Costituente, ne divenne segretario (1959) e presidente (1976). Fu più volte ministro; cinque volte Presidente del Consiglio dei ministri, guidò governi di centro-sinistra (1963/68), promuovendo nel periodo 1974/76, quella che era la cosiddetta strategia dell’attenzione verso il Partito Comunista. (www.dire.it)