Roma – Mentre la politica discute su un’ora in piu’ o un’ora in meno che gente che muore, non di covid, ma per causa dell’emergenza covid e non si muore soltanto di decesso per fine vita ma anche si muore nell’anima.
Non sanno piu’ come vivere moltissime categorie, e la disputa del coprifuoco è diventata una battaglia politica che non ha nulla di scientifico. Certo i rigoristi chiusuristi per esercitare il potere sul popolo lo terrebbero a vita, tanto per far capire chi comanda e che l’apparato democratico può anche diventare una dittatura legalizzata in un solo colpo. I dpcm insegnano.
Sembrava che dal 17 se ne uscisse ed invece nella lite la questione viene rinviata e le aperture dei ristoranti sono affidate alle preghiere. “Il tempo a cui è affidato l’intrattenimento conviviale all’esterno – commenta un imprenditore della ristorazione romana – sembra andare d’accordo con il Ministro Speranza, e non se ne esce. Dobbiamo pregare affinchè non piova o le condizioni meteo siano clementi per poter pensare di lavorare, seppur con mille criticità, potenziale di entrata, ridotto, spese a non finire, e tutto demandato al tempo buono. Tralaltro questi giorni non aiutano di certo e siamo veramente al collasso”.
Ad oggi dunque tutto resta come ai tempi del Carosello e poi a letto. Si deve sperare nella prossima settimana, affinchè si trovi un accordo. Ma il Pd non vuole saperne di concedere alcunchè a Salvini, i pentastellati sono più possibilisti e comunque la linea di Speranza prevale sempre e comunque. Il premier Draghi cerca di mediare, e di tutelare l’economia in relazione con la salute.
Ma quel che sorprende però è l’atteggiamento inumano che molti politici hanno nei confronti di categorie ormai allo stremo totale. E all’orizzonte non si prevede nulla di buono, la linea chiusurista sembra essere diventata ideologica piu’ che epidemiologica e anche se i dati dei contagi di morti e terapie intensive diminuiscono, le restrizioni permangono.