In rialzo il risparmio degli italiani, la Banca d’Italia analizza i dati
In una nota della Banca d’Italia si analizzano i perché di una tale tendenza, propensione peraltro riscontrabile in tutti i Paesi sviluppati
Roma – Nei primi 3 mesi del 2021, il 39% delle famiglie italiane, quasi 2 su 5, ha aumentato la rispettiva quota di risparmio. Nel 2018, quindi ante-pandemia, lo stesso tasso era stato pari al 30%, decisamente inferiore all’attuale. La pandemia ha indotto un aumento significativo del risparmio delle famiglie in tutto il mondo, anche in Italia. Il trend è confermato da una nota pubblicata dalla Banca d’Italia, che utilizzando le informazioni dell’indagine speciale sulle famiglie italiane dimostra come il risparmio “precauzionale”, o anche difensivo, sia associato in modo stretto nel periodo attuale al crescere combinato delle seguenti incertezze: sul lavoro, oppure in relazione alla percezione di una crisi sanitaria più prolungata del previsto, e ancora, a maggiori preoccupazioni per il rischio di una nuova pandemia nei prossimi anni. In sostanza, nonostante i significativi aiuti finanziari, le difficoltà causate dalla pandemia hanno comunque finito per mitigare le dinamiche di risparmio di molte famiglie, mentre per molte altre famiglie l’allarme attuale ha accresciuto la propensione al risparmio precauzionale accelerando di fatto la tendenza, comunque storica, al risparmio degli italiani anche nel 2020. Un andamento che, anche con l’epidemia progressivamente portata sotto controllo, continua a perdurare a causa delle “criticità” lasciate dal Covid-19.
Diversi fattori potrebbero aver contribuito a implementare questo fenomeno. Tra questi, ad esempio, un accresciuto atteggiamento precauzionale, la paura del contagio che scoraggia tuttora le famiglie dall’impegnarsi nel consumo di determinati servizi, essendo anche ridotte le possibilità di consumo a causa dalle restrizioni imposte dal governo. E tuttavia, man mano che la pandemia è progressivamente messa sotto controllo, anche con l’aiuto cruciale dei vaccini, le prospettive di risparmio e consumo nel prossimo futuro restano al centro del dibattito. Non è un caso se, tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, circa due terzi delle famiglie si diceva certa che l’attuale crisi sanitaria sarebbe stata risolta comunque non prima della fine del 2022, mentre la quota restante spingeva questo limite al termine del 2023. In secondo luogo, sempre nella stessa indagine, in media, le famiglie hanno assegnato una probabilità di circa il 50% alla possibilità di sperimentare un’altra pandemia nei prossimi dieci anni, una cifra abbastanza grande rispetto alle evidenze finora disponibili. E per ultimo, circa la metà delle famiglie prevedeva un peggioramento della situazione economica generale e del mercato del lavoro nei prossimi 12 mesi. Naturalmente, oltre alle condizioni macroeconomiche, anche le circostanze individuali possono influenzare le intenzioni di risparmio, basti pensare che oltre il 25% delle famiglie ha affermato di avere difficoltà a sbarcare il lunario, 1 famiglia su 4. Dato confermato dal fatto che circa il 25% delle famiglie ha visto peggiorare la propria situazione finanziaria dopo la pandemia, tant’è che quasi un quarto dei capifamiglia ha giudicato incerta la propria situazione lavorativa o quella di un familiare. Naturalmente, questi fattori sono in parte interconnessi e l’uno non esclude necessariamente l’altro.
L’effetto del reddito sull’andamento del risparmio precauzionale delle famiglie è positivo e significativo, e più forte per i livelli di reddito più elevati. Le famiglie con difficoltà ad arrivare a fine mese hanno avuto circa 30 punti percentuali in meno di probabilità di accumulare risparmi nel 2020 rispetto alla probabilità media prevista del 37per cento. Dunque, per questa categoria di famiglie la probabilità prevista di aver risparmiato nel 2020 si riduce di circa il 7%. Al contrario, le famiglie con elevati risparmi precauzionali, in combinazione con il maggior reddito disponibile, hanno avuto una maggiore probabilità di realizzare risparmi nel 2020. In particolare, per questa categoria di famiglie la probabilità di aver risparmiato l’anno passato è di circa 8 punti percentuali in più rispetto al resto della popolazione.
Questa evidenza suggerisce che diversi fattori hanno sostenuto il risparmio nel 2020, mentre è emersa al contempo una tensione. Da un lato, c’è un gruppo di famiglie – quelle con difficoltà finanziarie – che desideravano accumulare (precauzionalmente) risparmi, ma non aveva risorse per farlo e questo probabilmente ha contribuito a frenare le dinamiche di risparmio effettive. D’altra parte, motivi precauzionali possono aver esercitato un’azione al rialzo sul risparmio per chi non è in difficoltà finanziarie. In sostanza, i comportamenti di questi due gruppi di famiglie suggeriscono che le dinamiche di risparmio sono modellate da forze contrastanti, entrambe puntano a una riduzione nella crescita dei consumi e a pressioni moderate della domanda repressa, una dinamicità multipla all’interno della quale è il livello di reddito disponibile ad essere l’ago effettivo della bilancia del risparmio, anche di quello precauzionale.