I Carabinieri del NAS di Udine, nelle province di Udine, Treviso, Venezia, Roma, Napoli e Bari, hanno proceduto all’esecuzione di un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Udine di applicazione della misura cautelare agli arresti domiciliari a carico di 4 persone e dell’obbligo di dimora nel comune di residenza a carico di una persona, nonchè a 22 decreti di perquisizione emessi nei confronti dei destinatari delle misure cautelari e di ulteriori persone che a vario titolo collaborano con società di catering operante a livello nazionale, con sede legale a Roma ed operativa a Napoli (società per la quale lavorano i destinatari delle misure cautelari), delle sedi di quest’ultima società e di altre che operano nel settore del commercio all’ingrosso di generi alimentari, nonché degli uffici del Comune di Udine e di un libero professionista che collabora con il citato Ente pubblico.
Il quadro accusatorio contestato agli indagati, in concorso tra loro, riguarda il reato di frode nelle pubbliche forniture (art. 356 c.p.), nella forma aggravata avendo come oggetto sostanze alimentari, commesso in danno dei Comuni di Udine, Varmo, Trivignano Udinese, Tarcento, Arta Terme, Rive d’Arcano (UD), Vito d’Asio (PN), Cimadolmo, San Polo di Piave e Motta di Livenza (TV), i quali avevano tutti affidato in appalto i servizi di ristorazione scolastica e di fornitura di pasti a domicilio alla società interessata dalle indagini.
Tra gli indagati figurano soggetti che operano per la predetta azienda, un amministratore pubblico, un funzionario pubblico ed un libero professionista. La
società per azioni è indagata anch’essa per la responsabilità civile dell’ente (art. 24 comma 1 D.Lgs. 231/2001). L’indagine ha preso l’avvio ad ottobre del 2020 a seguito di molteplici segnalazioni pervenute dalle Commissioni Mensa costituite da rappresentanti dei genitori di istituti scolastici di Udine e provincia, riguardanti disservizi che gravavano sulla ristorazione scolastica, riguardanti nello specifico la presenza di corpi estranei nei pasti, le scarse quantità delle porzioni, la non rispondenza dei pasti a quanto previsto dai menu, le temperature di trasporto dei pasti non idonee, i tempi di consegna non rispondenti a quanto contrattualmente previsto.
L’attività investigativa, attraverso le numerose ispezioni svolte nei centri cottura di Ruda (UD), Tarcento (UD) e Motta di Livenza (TV), nonché nelle mense delle scuole e l’analisi dei documenti di gara e delle forniture delle derrate alimentari, che ha visto l’importante contributo dato dal monitoraggio svolto dalle Commissioni Mensa dei genitori, ha consentito di suffragare in via oggettiva la continua e pressoché generalizzata violazione delle clausole di appalto relative ad aspetti essenziali dei servizi affidati alla società napoletana.