Editoriale – Il 10 settembre 1979 è la data in cui ufficialmente ebbe inizio “l’era del cinghiale bianco”. Franco Battiato lanciò una delle sue canzoni destinate a caratterizzare realmente una nuova era nel mondo della musica e della sua poesia. Con questo brano, tradotto in diverse lingue (affascinante anche la versione spagnola), venne sancita la celebrazione di un nuovo tipo di melodia, frizzante, da vivere, per entusiasmare.
Oggi però, il 6 Agosto 2021 quella stessa povera Patria raccontata più volte dal maestro passato di recente all’altra dimensione, entra realmente in una nuova era: quella del green pass. L’obbligo di utilizzo in una diversa tipologia di casi è conseguente alla pandemia covid 19. Chissà come l’avrebbe raccontata il maestro.
Per evitare nuove chiusure causate dalla variante delta e quelle successive che interverranno con goduria di molti, il governo dunque ha varato un provvedimento storico che sta generando non poche reazioni.
Il virus ha diviso il popolo, e a quasi due anni ci si rende conto che prima si protestata per le chiusure, oggi per cercare di preservarle. Tutto questo beninteso ha un senso se l’efficacia dei vaccini sia rispondente alla realtà. Sebbene si abbia a che fare con l’organismo e con una scienza imperfetta che è interpretata dall’uomo in diverse forme.
Dunque dovemo fà a fidasse, diranno nei bar disparati della capitale romana. E per forza. Non potendo capire argomenti che interessano la scienza medica, in effetti bisogna fidarsi. Seppure arrivino notizie di vaccinati doppia dose reinfettati e malati, talvolta anche in maniera seria. Ma ogni situazione va analizzata nel suo dettaglio. Con questo virus, vaccini e correlate teorie fa i conti l’organismo dell’uomo, che se già gravato da altre patologie è maggiormente vulnerabile. E poi c’è una casistica di probabilità, di situazioni imprevedibili e anche un pò di fortuna.
Con il green pass, molti esercenti improvvisamente si troveranno loro malgrado e per preservare e difendere il loro lavoro a fare da interposti controllori per conto dello Stato, che deve assicurare la presenza di persone vaccinate all’interno di stessi locali, come ristoranti palestre, eventi e quanto previsto dal decreto che entra in vigore oggi.
Poi già si parla di una terza dose. C’è una grossa fetta di popolo che si è assuefatto ormai alla comunicazione ansiogena, che fa molto meno effetto di prima. I vaccini, sembrano comunque funzionare, ma ovviamente il condizionale è d’obbligo. Teniamo conto che anche prima della pandemia non potevamo vivere di certezze, e che l’uomo anche prima non era padrone della sua vita. Il rischio morte, patologie varie, è purtroppo una caratteristica nefasta nella vita umana con la quale si è sempre dovuto fare i conti. Ad attenuare il tutto: la scienza, la medicina di cui ci siamo fidati quasi sempre, quando si va dal medico, da uno specialista e si seguono poi le indicazioni di cura come interventi chirurgici, talvolta invasivi.
Sapere è potere, ma anche sul sapere l’era del green pass divide medici, professionisti e purtroppo quel popolo che, oltre alla politica e lo sport ha un elemento in più per non andare d’accordo.