ROMA – Mancano pochi giorni alle elezioni che coinvolgeranno 1.157 Comuni sparsi per il territorio nazionale. Riflettori puntati sulle grandi città, (Roma, Milano, Torino, Bologna e Napoli) il cui risultato influirà sulla politica nazionale.
Potranno votare gli elettori maggiorenni che dovranno recarsi presso il proprio seggio elettorale di residenza portando con sé un documento di riconoscimento e la tessera elettorale. Non sarà necessario esibire il Green Pass, ma sarà necessario indossare la mascherina e mantenere un metro di distanza.
Urne aperte domenica 3 ottobre (dalle 7 alle 23) e lunedì 4 ottobre (dalle 7 alle 15) per le regioni a statuto ordinario e per il Friuli Venezia Giulia. Per i Comuni sotto i 15000 elettori non è previsto il ballottaggio, per gli altri (sono 115) l’eventuale seconda chiamata alle urne è prevista domenica 17 ottobre e lunedì 18. Domenica 3 e lunedì 4 ottobre sono previste anche le elezioni per la Regione Calabria, dopo la prematura scomparsa della presidente Jole Santelli. Sempre il 3 e 4 ottobre, infine, si svolgeranno le operazioni elettorali relative alle sezioni nn. 2, 44, 73 e 78 del Comune di Lamezia Terme, dato che la sentenza del T.A.R. Calabria ha disposto l’annullamento e la rinnovazione delle operazioni elettorali svoltesi nel 2019 con conseguente annullamento della proclamazione degli eletti alla carica di sindaco e alle cariche di consiglieri comunali.
Date differenti riguardano ad alcune Regioni a statuto speciale: in Sicilia e Sardegna si vota il 10 e l’11 ottobre, mentre l’eventuale ballottaggio è fissato per il 24 ottobre. In Trentino Alto-Adige, invece, si vota solo il 10 ottobre, il ballottaggio è previsto per il 24 ottobre. Il 7 novembre, con eventuale turno di ballottaggio il 21 novembre, invece, si svolgeranno le elezioni amministrative straordinarie per i comuni sciolti per infiltrazioni mafiose.
Nei Comuni sotto i 15000 abitanti, dove non è previsto il ballottaggio, votando il candidato sindaco si esprime una preferenza anche per la sua lista. Al contrario nei Comuni sopra i 15000 abitanti si potrà effettuare un voto disgiunto, esprimendo, per chi lo vorrà, una preferenza per il sindaco e una per una lista di schieramento diverso.