Roma – Il personale sanitario è stato il valore aggiunto, l’elemento che ha fatto la vera differenza nella gestione della pandemia nel nostro Paese. “Quindi oltre a spendere miliardi del Pnrr per strutture e apparecchiature, dobbiamo spenderne altrettanti per il personale e tenercelo stretto”. Lo ha sostenuto Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Roma e provincia, intervenendo a una riunione tenutasi all’Europarlamento per un confronto sulla gestione della pandemia nei Servizi sanitari dei Paesi europei.
“Molti operatori sanitari- ha ricordato Magi – ci hanno rimesso la vita e hanno supplito alle carenze di natura organizzativa. Oggi paghiamo le conseguenze di questo sacrificio perché- ha spiegato- tanti colleghi sono stanchi, sono in burnout e così decidono di dimettersi o di andare in pensione prima. Oltre a questo, ci troviamo ad affrontare anche problematiche legate ai giovani medici che, vedendo come sono andate le cose durante la pandemia e sapendo che nella sanità pubblica in Italia la remunerazione è più bassa anche di 4 volte rispetto agli altri Paesi europei, ovviamente preferiscono non partecipare ai concorsi, che vanno deserti. In questo modo- ha precisato il presidente dell’Omceo Roma- non possiamo sostituire i medici che vanno in pensione”.
“Durante il mio intervento all’Europarlamento, ho quindi sottolineato che bisogna pensare di più al personale perché chi fa la sanità non sono le macchine, le apparecchiature di telemedicina o gli edifici, ma il personale sanitario, che poi è quello che dà l’assistenza. Per cui- ha esortato Magi- dobbiamo lavorare tutti, in Europa e soprattutto in Italia, proprio sul personale, investendo molto. Le Nazioni che non hanno programmato adesso stanno ovviando al problema prendendo medici dal nostro Paese. Per rendere attrattive la professione medica e quelle sanitarie- ha precisato- bisogna lavorare sulla sicurezza, sulla remunerazione e sui contratti che devono essere a tempo indeterminato, non a partita Iva o a tempo determinato, o con assunzioni tramite manifestazioni di interesse. I giovani medici, che già entrano nel mercato di lavoro più tardi rispetto ad altri laureati, date le condizioni attuali, ovviamente scelgono posti di lavoro in cui il contratto è più stabile e in cui vengono pagati di più”.
Nel suo intervento all’Europarlamento, poi, Magi ha portato l’esperienza italiana di gestione della pandemia dal punto di vista di un sistema sanitario universalistico, un dettaglio di non poca importanza. “In un sistema universalistico- ha ricordato- qualsiasi cittadino si rechi in ospedale viene curato, e quando guarisce torna a casa senza sborsare un euro. Nei sistemi mutualistici, se si ha una assicurazione è questa che copre le spese mediche, ma se non la si ha si paga di tasca propria, per cui ci sono cittadini europei che dopo il Covid si trovano a dovere saldare magari 30 giorni di ricovero in terapia intensiva”, ha concluso il presidente dell’Omceo Roma.