ROMA – Su base annuale, nel 2021 le liti fiscali pendenti registrano un calo del 21,1% e, in conseguenza dell’adozione delle misure emergenziali Covid-19, una forte diminuzione dei flussi delle nuove controversie. Tra gli altri, rispetto all’anno precedente, i nuovi ricorsi si riducono del 20,4 e le definizioni del 36,6. È, in estrema sintesi, quanto si legge nella relazione sul contenzioso tributario del Mef.
Nel dettaglio, al 31 dicembre scorso, l’asticella delle controversie tributarie pendenti, pari a 272.677, si è fermata, come anticipato, a meno 21,1% rispetto allo stesso giorno del 2020, per un valore complessivo di circa 37 miliardi e mezzo di euro. Il 61,1% di queste è in attesa da meno di due anni, il 32% da un periodo compreso tra due e cinque anni e solo il restante 6,9% da più di cinque anni.
Più della metà delle liti ancora in itinere, in primo grado, è concentrata in sette Commissioni tributarie provinciali (in ordine decrescente per numero di contese: Catania, Roma, Cosenza, Reggio Calabria, Napoli, Siracusa e Foggia), in secondo in quattro Commissioni tributarie regionali (Sicilia, Puglia, Lazio e Campania).
Come detto, le controversie complessivamente pervenute alle Commissioni tributarie, pari a 120.511, si sono ridotte del 20,4% rispetto al 2020, nonostante un lieve aumento degli appelli (+0,6%). Il valore complessivo delle liti aperte nel 2021 è pari a 16,7 miliardi di euro, in calo di 400 milioni di euro rispetto all’anno precedente.
Dal Dipartimento osservano che la riduzione dei “primi” ricorsi è da attribuire soprattutto alla sospensione delle attività di riscossione e di controllo dei tributi nel periodo emergenziale da parte degli enti impositori.
La maggior parte delle nuove controversie, circa il 50%, è stata instaurata in otto Ctp (Napoli, Roma, Caserta, Milano, Catania, Cosenza, Salerno e Reggio Calabria) e più della metà del contenzioso giunto in secondo grado, in quattro Ctr (Campania, Sicilia, Lazio e Lombardia).
Le controversie definite nel 2021 sono state 193.293, con un aumento complessivo del 36,6% rispetto al 2020; in particolare, più 32,7% in primo grado e più 46,5% in secondo. Il loro valore totale si è attestato a 21, 1 miliardi di euro
Il valore complessivo delle controversie definite nel 2021 è di circa 21,1 miliardi di euro, mentre il valore medio della singola controversia decisa è pari a circa 109 mila euro.
In relazione agli esiti completamente favorevoli all’una o all’altra parte in primo grado, nel 50,9% dei casi l’ha spuntata l’ente impositore, nel 26,6% invece ha vinto il contribuente. In Ctr, il 49% delle liti si è concluso con la vittoria del Fisco, il 29% con quella del contribuente. Ci sono, poi, i giudizi intermedi con percentuali pari al 10,4% in primo grado ed al 7,9% in secondo grado.
Nel 2021, la durata media del procedimento giurisdizionale tributario, nel primo grado di giudizio, è stata di 1 anno e 9 mesi (652 giorni, 22 in più rispetto al 2020 e 44 in confronto con il 2019). In appello il contenzioso è durato in media 2 anni e 11 mesi (1.080 giorni, 27 in più rispetto al 2020 e 173 al 2019).
Dal lato dell’utilizzo delle funzionalità digitali nel processo tributario il 99% degli atti depositati dalle parti processuali è avvenuto in via telematica, il 43,2% dei provvedimenti definitori depositati dai giudici è stato redatto utilizzando il nuovo applicativo di redazione digitale del provvedimento giurisdizionale (Pgd) e il 29,3% delle controversie totali sono state discusse con strumenti di videoconferenza.