Roma – «Il giudice Rosario Livatino, barbaramente ucciso 32 anni fa in un agguato mafioso, è stato tra i primi ad aver individuato lo stretto legame tra mafia e affari e ha pagato questa sua intuizione con il prezzo più alto, quello della vita. Il suo sacrificio però non è stato vano. Da allora lo Stato ha fatto grandi passi avanti nel contrasto alla mafia, con nuove strategie e nuove leggi, conquistando sempre di più la fiducia dei cittadini scesi in campo a fianco delle Istituzioni per difendere i valori democratici sui quali si fonda il nostro Paese.
Quella del giudice Livatino è una storia straordinaria di coraggio, di legalità e di fede. La sua azione coraggiosa è un esempio per la Sicilia e per l’intero Paese. Tutta la sua vita rappresenta una testimonianza che ci esorta a resistere alle intimidazioni della mafia e ad opporci all’indifferenza e alle logiche del compromesso, che minano le fondamenta dello stato di diritto».
Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, in ricordo della figura del giudice Rosario Livatino, assassinato il 21 settembre del 1990 in provincia di Agrigento.