Roma – Il 6 gennaio di 140 anni fa nasceva a Bsherre, in Libano, il grande poeta, artista Gibran Khalil Gibran, nome abbreviato e mutato in Kahlil Gibran, per adattarlo alla pronuncia americana, autore del “Profeta”, il celebre testamento spirituale sui grandi temi dell’esistenza.
Gibran è stato anche un prolifico artista. Anzi fu proprio come pittore, lui amava definirsi “creatore di forme”, che esordì giovanissimo con successo. Furono poi le successive frequentazioni europee e l’incontro con la filosofia a stimolare la sua vena letteraria che si espresse attraverso intramontabili capolavori, il più conosciuto dei quali è senz’altro Il Profeta. Gibran studiò arte a Parigi, dove si recò nel 1908 e mai abbandonò questo suo talento. E’ autore infatti di oltre 700 tra tele, acquerelli e disegni.
Molte delle sue opere, vennero trasferite dopo la sua morte insieme ai suoi mobili, i suoi oggetti personali, la sua biblioteca privata, i suoi manoscritti, dallo studio eremo, che aveva nel cuore di Greenwich Village ( al numero 51 della decima strada), alla sua città natale, alla quale ha lasciato in eredità i diritti d’autore per opere di pubblico beneficio e in cui si trova il museo, fondato nel 1935, a lui intitolato, ospitato nell’antico monastero di Mar Sarkis, che la sorella Mariana acquistò per esaudire il suo desiderio di essere seppellito in quel magico luogo circondato da querce che sorge sulle grotte nelle quali si rifugiavano gli eremiti.
Nelle sedici sale, aperte al pubblico, sono esposti i suoi oggetti e le sue opere, i suoi libri, i suoi appunti, i suoi manoscritti che si trovavano nel suo atelier a New York al momento della morte. I suoi quadri, disegni, acquerelli, in gran parte non hanno data, né firma, nè nome. “Non si può dare un titolo alle visioni”, spiegava Gibran a chi gli chiedeva perché, spiegando che ovunque fossero state ritrovate le sue creazioni, non ci sarebbe stato dubbio sulla sua paternità. Tra i suoi celebri ritratti quello di Thomas Edison, di Carl Gustav Jung, di Sarah Bernhardt. Gibran si spense a New York l’11 aprile del 1931.
Di Gibran il Gran Maestro del Goi Stefano Bisi ama citare in particolare questa frase: “Per arrivare all’alba non c’è altra via che la notte”. Il perchè? “Rappresenta in modo perfetto l’esperienza dell’uomo massone. Dobbiamo passare attraverso le tenebre che sono in ciascuno di noi per arrivare all’alba e vedere la luce, progredendo spiritualmente nel cammino iniziatico, arricchire la fratellanza e fare del bene per l’umanità”.