Editoriale – Non si è molto abituati ad approfondire il significato del periodo che di fatto sancisce il termine delle festività natalizie. Contrariamente a quanto si possa pensare infatti l’Epifania e ciò che ne fa parte è caratterizzato da una forte valenza simbolica e nel contempo da miti e leggende che riguardano dei personaggi precisi: la Befana per l’appunto ed i re Magi.
La parola Epifania ha origini greche e significa manifestazione, ovvero presenza divina. La festa è collegata alle celebrazioni dei Saturnali, che si svolgevano nell’antica Roma in onore del dio Saturno.
Con i festeggiamenti dei Saturnali l’ordine sociale veniva di fatto sovvertito: gli schiavi si consideravano temporaneamente uomini liberi e si comportavano di conseguenza. Veniva inoltre eletto un “princeps”, che in genere era poi adornato con una eccentrica maschera e colori sgargianti, tra i quali primeggiava il rosso, considerato il colore degli dèi.
I Re Magi sono misteriosi personaggi che compaiono nei Vangeli nel periodo della nascita di Gesù a Betlemme. Intraprendono un lungo viaggio partendo dall’estremo Oriente fino a giungere da Giuseppe e Maria, adorare il bimbo-re e consegnare tre doni: oro, incenso e mirra.
I re Magi rappresentano un collegamento tra la fine e l’inizio di un ciclo di manifestazione. Ciò perché i Magi avevano molte conoscenze ermetiche, ed eccellevano in astrologia, astronomia, matematica, alchimia e medicina. Erano in sostanza dei grandi scienziati che avevano letto nelle stelle la nascita di una grande re, il Cristo. Iniziati ai misteri di Zoroastro, i re Magi all’inizio furono raffigurati con il berretto frigio, proprio degli iniziati di Mitra, il dio persiano. In seguito il berretto fu sostituito con una suggestiva corona.
Le Scritture non evidenziano chiaramente che questi fossero realmente dei Re e nemmeno è poi così chiaro che fossero “tre”, sebbene oggi si parli spesso dei “tre re Magi”. Tre invece è il numero dei doni che diedero alla famiglia sacra, ma è probabile che la delegazione itinerante dei Magi fosse numericamente più ampia.
I doni in particolare assumo un significato rilevante: l’oro: corrisponde al sole, simbolo della rivelazione divina, dell’abbondanza e della corona regale; indica anche l’età aurea solare, l’incenso è simbolo del potere sacerdotale e rappresenta la vita divina, il potere di purificare mentre la mirra è il simbolo della morte mistica, dell’amarezza che precede la dolcezza prima della rivelazione della luce. Questi tre doni simboleggiano anche i piani del nostro essere, ovvero l’oro nel piano materiale (la nostra scintilla divina che si manifesta nel mondo col nostro corpo e tutto quello che riusciamo a creare); l’incenso: piano spirituale superiore (la nostra parte in contatto con la Fonte, che sa direzionarsi e progettare). la Mirra: piano spirituale inferiore (la nostra capacità di trasformare errori e dolore in materia nobile)..
In conclusione, l’Epifania è un momento di ricchezza simbolica che conferisce a tutte le persone la capacità di sperare in un anno migliore del precedente. Si spera che la Madre Terra ci conceda più abbondanza e soprattutto pace e serenità per le nostre case. Ricordiamo che il tema della pace è fondamentale nei Vangeli, tanto che un antico proverbio ebraico recita: “Una pace cattiva è meglio di una guerra buona.” e tale frase è ancora oggi molto attuale in relazione agli accadimenti bellici in atto tra Russia e Ucraina.