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Carnem levare, origine e mitologia della festa amata da grandi e piccini

A Roma Sul Tevere simboliche sfilate carnevalesche sul tema della pace

Editoriale _  – Il carnevale è una festa che si celebra nei Paesi di tradizione cattolica. I festeggiamenti si svolgono spesso in pubbliche parate in cui dominano elementi giocosi e fantasiosi; in particolare, l’elemento distintivo e caratterizzante del carnevale è l’uso dell mascheramento.

La parola carnevale deriva dal latino carnem levare (“eliminare la carne”), poiché indicava il banchetto che si teneva l’ultimo giorno di Carnevale, il martedì grasso, subito prima del periodo di Quaresima, in cui si praticano astinenza e digiuno.

I caratteri della celebrazione del carnevale hanno origini in festività molto antiche, come per esempio le dionisiache greche (feste in onore di Dioniso, il Dio del vino, anche indicato come il dio degli eccessi) o i saturnali romani, molto simili. Durante le feste dionisiache e saturnali si realizzava un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell’ordine, allo scherzo e anche alla dissolutezza.

Da un punto di vista storico e religioso il carnevale rappresentò, dunque, un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituiva l’ordine costituito, che però una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito per un ciclo valido fino all’inizio del carnevale seguente. (Il ciclo dell’anno solare). Il periodo del Carnevale anticamente era anche il periodo in cui le gerarchie sociali si annullavano, in cui i servi banchettavano con i padroni, il povero mangiava e il ricco digiunava, questa parte della tradizione si è man mano annullata con il colmarsi delle differenze tra ceti sociali. Questo periodo una volta veniva vissuto con una libertà sfrenata e un capovolgimento dell’ordine sociale e morale.

Nel saggio Il Mito dell’Eterno Ritorno è scritto: “Ogni Nuovo Anno è una ripresa del tempo al suo inizio, cioè una ripetizione della cosmogonia. I combattimenti rituali fra due gruppi di figuranti, la presenza dei morti, i saturnali e le orge, sono elementi che denotano che alla fine dell’anno e nell’attesa del Nuovo  si ripetono i momenti mitici del passaggio dal caos alla Cosmogonia. Più oltre l’autore afferma che “allora i morti potranno ritornare, poiché tutte le barriere tra morti e vivi sono rotte e ritorneranno giacché in questo momento paradossale il tempo sarà annullato ed essi potranno di nuovo essere contemporanei dei vivi”. Le cerimonie carnevalesche, diffuse presso i popoli indoeuropei, mesopotamici, nonché di altre civiltà, hanno perciò anche una valenza purificatoria e dimostrano il “bisogno profondo di rigenerarsi periodicamente abolendo il tempo trascorso e riattualizzando la cosmogonia”.

il testo continua: “l’orgia è anch’essa una regressione nell’ oscuro, una restaurazione del caos primordiale; in quanto tale, precede ogni creazione, ogni manifestazione di forme organizzate”. L’autore aggiunge poi che “sul livello cosmologico l’orgia corrisponde al Caos o alla pienezza finale; nella prospettiva temporale, l’orgia corrisponde al Grande Tempo, all’istante eterno, alla non – durata. La presenza dell’orgia nei cerimoniali che segnano divisioni periodiche del tempo tradisce una volontà di abolizione integrale del passato mediante l’abolizione della Creazione. La confusione delle forme è illustrata dallo sconvolgimento delle condizioni sociali (nei Saturnali lo schiavo è promosso padrone, il padrone serve gli schiavi; in Mesopotamia si deponeva e si umiliava il re, ecc.).

Il significato cosmologico dell’orgia carnascialesca di fine d’anno è confermato dal fatto che al Caos segue sempre una nuova creazione del Cosmo.

Il carnevale si inquadra quindi in un ciclico dinamismo di significato mitico: è la circolazione degli spiriti tra cielo, terra e inferi. Il Carnevale riconduce a una dimensione metafisica che riguarda l’uomo e il suo destino.  il Carnevale segna un passaggio aperto tra gli inferi e la terra abitata dai vivi. Le anime, per non diventare pericolose, devono essere onorate e per questo si prestano loro dei corpi provvisori: essi sono le maschere che hanno quindi spesso un significato atropaico, in quanto chi le indossa assume le caratteristiche dell’essere ” soprannaturale” rappresentato.

Queste forze soprannaturali creano un nuovo regno della fecondità della Terra e giungono a fraternizzare allegramente tra i viventi. “Le maschere che incarnano gli antenati, le anime dei morti che visitano cerimonialmente i vivi (Giappone, Germania, ecc.), sono anche il segno che le frontiere sono state annientate e sostituite in seguito alla confusione di tutte le modalità.

Per la Chiesa cattolica il tempo di Carnevale è detto anche Tempo di settuagesima. Esso considera il  carnevale come un momento per riflettere e riconciliarsi con Dio. Si celebrano le Sante quarantore (o carnevale sacro), che si concludono, con qualche ora di anticipo, la sera dell’ultima domenica di carnevale. La Chiesa cattolica ha però, durante il corso della storia, condannato il carnevale in quanto contrario ai dettami di rigore imposto dall’istituzione stessa. Secondo antiche tradizioni il carnevale durava l’intero periodo invernale, dal giorno di commemorazione dei defunti sino al primo giorno di Quaresima e il travestimento serviva non a nascondere la propria identità sebbene a rimandarne a un’altra.

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