Addio a Maurizio Costanzo, l’inventore del ‘salotto tv’: il talk show all’Italiana
Crolla un monumento nazionale, uno di quelli che difficilmente può essere sostituito
ROMA – Muore Maurizio Costanzo e crolla un monumento nazionale, uno di quelli che difficilmente può essere sostituito. Il conduttore, autore, giornalista e regista se ne è andato questa mattina a Roma, all’età di 84 anni. Quasi 50 di questi li ha passati in televisione. Una vera e propria casa che ha ‘accudito’ e trasformato. Ed effettivamente dal 1976 il piccolo schermo non è stato più lo stesso.
È quello l’anno del successo personale con “Bontà loro”, primo vero talk show italiano. Esperimento di un percorso che lo porterà nel 1982 al battesimo del “Maurizio Costanzo Show”, il salotto come lo abbiamo imparato a conoscere in questi anni. Ben presto, il Teatro Parioli di Roma è diventato ambiente familiare per tutti, anche per chi ha qualche anno in meno
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E come in ogni salotto che si rispetti, al “Maurizio Costanzo Show” si chiacchierava, si discuteva e a volte si alzavano anche i toni. Si rideva e si rifletteva. A far da arbitro sempre lui, con la sua solita ironia, il suo iconico baffetto e il romanaccio tirato fuori al momento giusto. Quasi un marchio di fabbrica la frase: “Boniii, state boniiii”, ripetuta come una preghiera ogni volta che qualcuno lo ha raccontato con ironia. Indimenticabili le imitazioni che ne ha fatto Fiorello, che da quel salotto è anche passato.
DA MELONI A SGARBI: COSTANZO TALENT SCOUT DI PERSONAGGI
È vero, Maurizio Costanzo non ha inventato un genere, ma ha creato una versione all’italiana a cui tutti si sono ispirati. E, forse, oggi – senza le oltre 4mila puntate dello show – saremmo orfani di programmi come “Porta a Porta”, “Non è L’Arena” o “DiMartedì”. E da Maurizio tutti volevano essere intervistati. Ha lanciato, infatti, non pochi personaggi: da Giorgia Meloni a Vittorio Sgarbi, da Afef ad Enrico Brignano, da Giobbe Covatta a Platinette (al secolo Maurizio Coruzzi). In mezzo Enzo Iacchetti, Giampiero Mughini, Ricky Memphis e Valerio Mastandrea. Solo per citare alcuni nomi.
Influente. È questa la parola che più si addice a Costanzo, che nel suo curriculum vanta anche la scrittura di una delle hit italiane più grandi di sempre: “Se telefonando” di Mina.
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L’IMPEGNO CONTRO LA MAFIA
Maurizio Costanzo nasce il 28 agosto 1938. Il giornalismo è stato un sogno, una vocazione, una missione. E, infatti, nella sua carriera- oltre a fare del racconto il suo cavallo di battaglia – ha usato le parole anche per combattere la criminalità e la mafia.
Dal 1978 collabora con Rizzoli, diventando direttore de “La Domenica del Corriere”. L’anno seguente si sposta alla direzione de “L’Occhio”. Ci rimane due anni, si dimette dopo essere stato coinvolto, a sua insaputa, nello scandalo della Loggia P2 di Licio Gelli. L’impegno di Costanzo lo vede bruciare in diretta una maglietta con scritto “Mafia made in Italy”. È il momento più cruciale della storia del giornalista.
Succede poco dopo l’omicidio di Libero Grassi durante una maratona televisiva storica tra Rai e Fininvest, ex Mediaset. Il 14 maggio 1993 succede l’inimmaginabile: una Fiat Uno imbottita di 90 chilogrammi di tritolo esplode a Roma in via Ruggero Fauro mentre transita un’auto con a bordo Costanzo e Maria De Filippi. Entrambi restano incolumi.
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L’AMORE E IL MATRIMONIO CON MARIA
Maria gli è sempre rimasta a fianco. Lo scorso agosto, la conduttrice – ignara di quando avrebbe dovuto separarsi dal marito sposato nel 1995- aveva raccontato in un’intervista ad Oggi: “Non so se ne sarò capace, se avrò la forza e il coraggio di tendergli la mia mano quel giorno lì. Troppo dolore. Non voglio che mi resti come ultimo ricordo l’intreccio di quelle dita”.
Oggi la immaginiamo affranta e sui social i messaggi di vicinanza sono anche per lei. Quarta moglie, Maria ha seguito Lori Sammartino nel 1963, Flaminia Morandi nel 1973 (da lei ha due figli, Camilla e Saverio), Marta Flavi nel 1987. Con Maria l’amore che dura per tutta la vita, insieme hanno adottato Gabriele.
(www.dire.it)