Ipotesi collusioni Stato mafia nella storia, le rivelazioni del Magistrato Nino Di Matteo a Roma
Presentazioni del libro "Il Patto Sporco e il Silenzio" al Teatro Garbatella, fatti e misfatti da far accapponare la pelle sulla trattativa Stato-Mafia
ROMA – Sera intensa e tesa ieri al Teatro Garbatella nella Capitale Italiana con la presentazione del libro “Il Patto Sporco e il Silenzio ” del Magistrato Nino Di Matteo e il Giornalista Saverio Lodato edito da “Chiarelettere “con una nuova e ampia introduzione che analizza gli elementi di novità scaturiti dalla sentenza d’appello.
Un corteo di curiosi ha riempito la sala, pronti per ascoltare nuove rivelazioni tra certe o presunte collusioni Stato e Mafia.
Presenti personalità di rilievo hanno colorito il palco tra cui i giornalisti d’inchiesta Andrea Purgatori, Sigfrido Ranucci, gli ospiti d’onore Nino Di Matteo e Saverio Lodato, coadiuvati e moderati dalla giornalista Silvia Resta. Interventi artistici di due grandi attori, Lunetta Savino e Luca Zingaretti, che hanno interpretato alcuni passaggi del libro.
A sostenere l’evento con forza e vigore la redazione di “Antimafiaduemila” che è quotidianamente impegnata nella lotta e nella resistenza alla Mafia.
Una denuncia alla segretezza occulta che si celerebbe in un ipotetico patto sporco fatto tra Stato e Mafia ai tempi delle stragi di via d’Amelio e Capaci a Palermo circa 30anni orsono per insabbiare il caso, troppe sono le domande e poche le risposte, ancora esiste questa subdola collaborazione? Soprattutto chi ha coperto Matteo Messina Denaro per ben 30anni di latitanza? Come i Cavò dei boss e dei responsabili delle stragi siano stati trovati e sistemati in un certo modo affinché la storiella fosse raccontata secondo volontà ben architettate?
Più o meno tre anni fa è stata emessa la sentenza che ha condannato i mafiosi Leoluca Bagarella e Antonino Cinà ed ha assolto gli ufficiali dell’Arma, Antonio Subranni, Mario Mori e Giuseppe De Donno.
Furono depositate le motivazioni di quella sentenza in cui si evidenzia, pur non riconoscendo il reato, che la “trattativa ci fu” e che fu un’azione “improvvida” per il “bene” dello Stato.
Fu tutto sottaciuto e depistato da allora, la magistratura viene tenuta con il cappio alla gola limitandone le sue funzioni, l’informazione racconta ciò che gli viene propinato e ordinato di dire, quindi limitata anch’essa.
Per protesta il magistrato Nino Di Matteo dopo aver presentato l’accusa insieme ai colleghi Francesco Del Bene, Vittorio Teresi e Roberto Tartaglia torna a confrontarsi con Saverio Lodato sul palco Romano.
Questo è quello che hanno voluto raccontare Nino Di Matteo e Saverio Lodato, questo è il loro grido ma anche quello degli Italiani di sapere e conoscere la verità dei fatti.
<<Che fine hanno fatto quei diari segreti al momento degli arresti?>> Chiede Lodato – << bisogna cambiare quei valori su cui si fonda il nostro Paese che oggi sono ormai infangati dalla corruzione, non c’è trasparenza, noi siamo qui perché pretendiamo risposte a quei fatti, vogliamo sapere!>> .
L’intervento di Ranucci si riaggancia alla rabbia professionale del collega sopradetto e si domanda – ” Lo Stato vuole raccontare la sua storia, ma qual’ è la verità? Come si articola la trattativa avvenuta? Sembra evidente che lo Stato e la mafia agiscono sullo stesso territorio, realtà delle più alte sfere sociali siano immischiate in loschi affari per carrierismo, sete di potere e ricchezza”.
Dossier Matteo Messina Denaro, dopo trent’anni tutto ad un tratto ecco che sbuca fuori come un verme dal terreno, indisturbato ha continuato la sua placida vita dopo decine e decine di omicidi acclamati, per un caso fortuito è stato scoperto, ma guarda un po!
Coperto da fan, medico e le sue dame da compagnia e poi? Come è possibile che un uomo cosi importante da un punto di vista terroristico sia sfuggito tranquillamente alla giustizia per cosi tanto tempo?
Si interroga di questo Andrea Puntatori, il quale dopo l’arresto del boss si è voluto spingere sino a Campobello di Mazara per cercare di ricostruire i fatti. Lo ha incuriosito molto il fatto che in quella zona ci fossero tante logge massoniche probabilmente non regolari e che certi fratelli rientrassero nell’aiuto offerto sino ad oggi.
Dice -” Ho trovato quei rifugi dove ha vissuto Messina Denaro con oggetti veramente insoliti, come stendino, detersivo per lavare biancheria, orologi di lusso ma niente di più, nessun diario, nessuna cosa scritta, la stessa cosa è avvenuta quando fu arrestato Totò Riina, è forse probabile che abbiano già ripulito e fatto sparire le prove?”.
Lo stesso Di Matteo enfatizza le affermazioni dei giornalisti – ” Dobbiamo reagire a questo sistema silente, che cerca la mistificazione dei fatti”.
Insomma si cerca di capire di venirne a capo, di pretendere la verità, è per questo che questi grandi uomini spesso denigrati e messi sotto torchio lottano perché la democrazia e l’etica siano le colonne portanti di un Paese sano e libero.