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Migranti, è lotta agli scafisti: tutte le norme del decreto approvato a Cutro

ROMA – Basta morti in mare. “Noi siamo determinati a sconfiggere la tratta di essere umani che è responsabile di questa tragedia“, ha detto ieri la premier Giorgia Meloni in conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministrio straordinario che si è tenuto a Cutro (Crotone), testimone del terribile naufragio delle scorse settimane.

“Abbiamo voluto celebrare qui il Consiglio dei ministri perché all’indomani della tragedia del 26 febbraio volevamo dare un segnale simbolico e concreto – dichiara Meloni – È la prima volta che un Cdm si svolge in un luogo in cui si è consumata una tragedia legata al tema migratorio e la presenza dell’intero Consiglio dei ministri è un modo per ribadire quanto questo Governo sia attento e concentrato su questo dossier“.

“Con questo decreto tutte le regioni italiane dovranno dotarsi di un centro per i rimpatri, sono previsti più centri degli attuali, a livello europeo”. Così il vicepremier Matteo Salvini, in conferenza stampa a Cutro. “L’obiettivo è garantire pieno diritto chi scappa da guerre vere, non lasciando alla malavita organizzata questo sistema”, conclude.

Di seguito le principali innovazioni del decreto.

Si introduce il nuovo reato di “morte o lesioni come conseguenza di delitti in materia di immigrazione clandestina”, che prevede gravi pene: da 10 a 20 anni per lesioni gravi o gravissime a una o più persone; da 15 a 24 anni per morte di una persona; da 20 a 30 anni per la morte di più persone.

Espulsioni e ricorsi

Si elimina la necessità di convalida del giudice di pace per l’esecuzione dei decreti di espulsione disposti a seguito di condanna.

Nuove modalità di programmazione dei flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri

Le quote di stranieri da ammettere in Italia per lavoro subordinato saranno definite, non più solo per un anno ma per un triennio (2023-2025), con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, previo parere – tra l’altro – delle Commissioni parlamentari competenti.
In via preferenziale, le quote saranno assegnate ai lavoratori di Stati che promuovo per i propri cittadini campagne mediatiche sui rischi per l’incolumità personale derivanti dall’inserimento in traffici migratori irregolari. (www.dire.it)

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