Roma -. “Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) intende rendere, attraverso la Missione 6 “Salute”, le strutture italiane più moderne, digitali e inclusive, favorendo equità di accesso ai migliori servizi sanitari del nostro Paese per tutti i cittadini. In questo piano, la trasformazione digitale si pone come un tassello fondamentale per uniformare opportunità e standard su tutto il territorio nazionale”.
A parlarne è Teresa Rea, Presidente OPI Napoli e componente della Commissione Albo FNOPI, all’edizione della Winter School di MOTORE SANITÀ a Napoli dedicata a “Ssn tra trasformazione e innovazione“, nella sessione sulle Piattaforme digitali e modelli di COT.
Il potenziamento dei servizi domiciliari, anche attraverso soluzioni di telemedicina, è previsto dall’investimento del PNRR “Casa come primo luogo di cura e telemedicina”, ha detto Rea, ricordando “che il modello digitale per l’attuazione dell’assistenza domiciliare s’inserisce nel contesto degli interventi del PNRR e, in modo particolare, in quelli della M6C1, finalizzati a potenziare l’assistenza domiciliare sul principio della ‘casa come primo luogo di cura’”.
Teresa Rea ha spiegati che il documento si propone di contribuire al raggiungimento dei seguenti obiettivi:
- assistere a domicilio il 10% degli ultra sessantacinquenni;
- migliorare l’efficienza organizzativa e l’omogeneità dei servizi assistenziali;
- ridurre gli accessi ai PS ed il ricorso alle ospedalizzazioni;
- ridurre gli accessi in day hospital;
- consentire la dimissione protetta dalle strutture di ricovero;
- favorire la transizione al setting domiciliare grazie alla tecnologia, alla sanità digitale ed alla interoperabilità dei sistemi.
“La tecnologia – ha proseguito – deve consentire al professionista il massimo possibile controllo sulla scena e al paziente / caregiver il più adeguato accesso ai professionisti di cura e al case manager. La tele-assistenza comprende le attività di attivazione del paziente verso i migliori stili di vita e verso buone pratiche di mantenimento, di natura alimentare, fisica e sociale.
“L’obiettivo dello studio – spiega ancora Rea – è valutare se l’utilizzo delle tecnologie digitali possa essere un valido supporto per il mantenimento al domicilio delle persone over65 con almeno una condizione di cronicità, evitando il più possibile l’insorgenza di eventi avversi e la loro evoluzione: se la tecnologia cambia solo il modo di erogazione dei servizi, aggiunge poco o nessun valore; se consente l’erogazione di nuovi e più adeguati servizi, economicamente sostenibili, aggiunge molto valore”.
In questo senso Teresa Rea ha tracciato quattro presupposti perché il sistema possa funzionare:
1 La condivisine degli scopi precede, accompagna e segue l’introduzione di tecnologie.
2 Vanno garantiti spazi di coprogettazione “attuativa”, che oltre a garantire l’accoglienza delle soluzioni, ha il ruolo di ampliare gli orizzonti:
– per i tecnologi, comprendendo meglio le esigenze di utilizzatori e pazienti
– per professionisti della sanità e rappresentanze dei pazienti, di comprendere gli spazi di opportunità che la tecnologia può aprire
3 Una certa quantità di risorse professionali va dedicata ai processi di diffusione dell’innovazione. Gli infermieri hanno un ruolo chiave nella diffusione della telemedicina e in generale delle soluzioni di sanità, digitale e non, sul territorio
4 Formazione dei cittadini e dei professionisti sanitari (fonte: Fnopi)