Milano – Atm Milano è in cerca di 650 figure da assumere, a vario titolo, per il 2023 ma fatica a trovare candidati, diminuiti del 30% rispetto allo scorso anno quando ne sono stati messi sotto contratto 620, di cui il 20% donne, a fronte di 8.000 colloqui.
Oltre ad agenti, tutor e informatici, l’azienda dei trasporti pubblici milanese cerca, in particolare, circa 300 conducenti per tram bus e filobus, un centinaio di manutentori elettrotecnici, elettronici e meccanici, una quarantina di ingegneri. Proprio queste tre tipologie di lavoratori sono le più difficili da reperire e il motivo è di tipo economico, come sottolineano sia Maria Emanuela Salati del dipartimento Risorse Umane di Atm sia alcuni rappresentanti sindacali intervenuti, questo pomeriggio, alla commissione comunale dedicata al Lavoro, alla mobilità e alle Partecipate.
«La necessità di turn over di Atm, che conta 11.000 dipendenti tutti a tempo indeterminato, non ci sono né precari né interinali, – ha spiegato Salati – è determinata dai pensionamenti ma, soprattutto, dalle dimissioni: il 65% del personale viaggiante viene dal Sud e con la pandemia questo flusso è stato interrotto e molti hanno trovato lavoro in loco o prendono il reddito di cittadinanza e non sono più tornate a Milano …
Nonostante Atm offra una serie di benefit sia in ambito formativo, con un academy interna per manutentori e neodiplomati ITS, collaborazioni con scuole del territorio, e servizi di cura e accompagnamento come un poliambulatorio per dipendenti Atm a prezzi agevolati, colonie estive per i figli dei dipendenti, 3 asili nido interni, sostegno allo studio e per i caregiver anche a lunga distanza, e una massiccia campagna di comunicazione per le assunzioni in tutta Italia, l’offerta non risulta attrattiva.