ROMA – La regione Sardegna è tra le più attente a non sprecare l’acqua, eppure l’isola è una delle regioni dove si registra il maggior numero di perdite a causa della vetustà degli impianti e del deterioramento delle tubazioni.
Lo rileva l’Istat nell’ultimo rapporto sulle risorse idriche nel Paese, relativo al triennio 2020-2022. Nel dettaglio, i valori più alti di perdite idriche si rilevano nei distretti Sicilia (52,5% dei volumi immessi in rete) e Sardegna (51,3%), seguiti dai distretti Appennino meridionale (48,7%) e Appennino centrale (47,3%). Nell’isola i Comuni registrano perdite uguali o superiori al 45%. Per contro, il 76,6% dei sardi dichiarano di prestare attenzione a non sprecare l’acqua, dato che posiziona l’isola al primo posto (il valore minimo si registra in Calabria, con il 64,6%). Altro dato significativo riguarda le famiglie sarde che dichiarano di non fidarsi a bere l’acqua di rubinetto: la media nazionale si attesta al 29,4%, nell’isola la percentuale cresce fino al 48,6% (terzo posto in Italia dopo la Sicilia, con il 61,7%, e la Calabria con 51,1%).
E in effetti, se a livello nazionale risulta stabile nel 2022 la quota di famiglie che si ritengono molto o abbastanza soddisfatte rispetto all’odore, al sapore e alla limpidezza dell’acqua- più di tre famiglie su quattro, il 76,5%- la quota di famiglie invece insoddisfatte è alta in Calabria (43,0%), in Sicilia (39,6%) e appunto in Sardegna (32,8).