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L’equo compenso è legge. Meloni: “Dignità ai professionisti”

I lavoratori autonomi avranno diritto ad essere pagati in misura proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto

ROMA – La proposta di legge sull’equo compenso, a prima firma Giorgia Meloni, è stata approvata in via definitiva dalla Camera dei Deputati. I lavoratori autonomi avranno diritto ad essere pagati in misura proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto.

MELONI: “DIGNITÀ E GIUSTIZIA A PROFESSIONISTI”

Oggi la Camera dei Deputati ha dato il via libera definitivo alla proposta di legge sull’equo compenso. Una norma che ha l’intento di riconoscere e tutelare la qualità e la quantità del lavoro svolto dai liberi professionisti nei confronti dei cosiddetti contraenti forti”. Cosi’ la presidente del consiglio Giorgia Meloni.
Una legge attesa da anni – aggiunge – che ho voluto riproporre a inizio legislatura e di cui sono orgogliosamente prima firmataria insieme al collega Morrone. Ringrazio tutti i deputati e i senatori per questo importante traguardo raggiunto volto a restituire dignità e giustizia a tanti professionisti a cui per troppo tempo sono state imposte condizioni economicamente ini

EQUO COMPENSO. SI’ DELLA LEGA

“Un compenso equo, proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto nel rapporto con la P.A. e con gli altri contraenti forti, rappresenta un diritto per i liberi professionisti, soprattutto giovani, per valorizzarne il merito e il talento”. E’ quanto ha affermato il parlamentare Jacopo Morrone dichiarando in Aula alla Camera il voto positivo della Lega a “una riforma attesa da tempo, la cui assenza ha penalizzato troppo a lungo una parte significativa della nostra società”. “La mia attenzione al tema non è mai venuta meno, ne siano prova – ha detto – i costanti contatti con i portatori di interesse, oltre alla proposta di legge di cui sono stato primo firmatario, presentata il 18 ottobre 2019, e quella ripresentata in questa legislatura poi ritirata per dare vita al testo approvato oggi che reca le firme di Giorgia Meloni e del sottoscritto”. Morrone ha poi citato i giovani professionisti che sono stati “fra i suoi interlocutori più assidui: giovani talentuosi che chiedono dignità e la possibilità di sopravvivere esercitando la libera professione che hanno scelto e per la quale si impegnano con l’obiettivo di rendere un buon servizio alla società. Senza un equo compenso molti di questi giovani professionisti sarebbero costretti a chiudere studi e attività”. “Nella lunga gestazione del provvedimento e, in particolare, negli ultimi tempi – ha poi chiarito Morrone – sono emersi ulteriori proposte e osservazioni, alcune propositive e congruenti, altre pretestuosamente critiche. Giusto, tuttavia, aver proceduto all’approvazione di questo testo che, pur non ottimale, ha l’indubbio vantaggio di sancire un principio e mettere una pietra miliare, da cui partire per un lavoro di rifinitura e di miglioramento in sede di attuazione”. (www.dire.it)

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