MILANO – Gli atti intimidatori nei confronti di giornalisti risultano in calo del 36% nel primo trimestre del 2023, con 28 episodi registrati rispetto ai 44 censiti nello stesso periodo del 2022. Due degli episodi registrati nei primi tre mesi di quest’anno sono riconducibili a contesti di criminalità organizzata (7%), 12 a contesti politico/sociali locali (43%) e 14 ad altre cause (50%).
I dati sono stati presentati questa mattina presso la prefettura di Milano, durante una riunione dell’Organismo permanente di supporto al “Centro di coordinamento per le attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti”, co-presieduta dal prefetto di Milano Renato Saccone e dal vicedirettore generale della Pubblica sicurezza – direttore centrale della Polizia criminale Vittorio Rizzi, che presiede l’organismo.
L’attenzione sul fenomeno – che non soltanto danneggia i singoli, ma colpisce al cuore il principio della libertà di stampa, garantita dalla Costituzione tra i presidi del sistema democratico – rimane comunque altissima pur a fronte del trend che risulta in linea con il decremento del 52% registrato nel 2022 rispetto al 2021.
Le minacce ai giornalisti non saranno mai sottovalutate, ha ricordato il prefetto Rizzi ribadendo l’importanza della condivisione tempestiva delle informazioni fra Forze di polizia, necessaria per un’analisi sempre più puntuale e approfondita del fenomeno, la cui gravità rischia di essere amplificata dai mezzi di informazione attuali.
«I linguaggi d’odio sono sempre esistiti ma con i social sono diventati un’emergenza», ha evidenziato infatti Rizzi, sottolineando che «la direzione centrale della Polizia criminale è impegnata con l’Oscad (Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori) in programmi formativi volti a riconoscere e prevenire l’odio». Con il Servizio analisi criminale, l’Ordine nazionale dei giornalisti e la Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) «abbiamo organizzato seminari sulla criminalità informatica, le minacce in rete e l’importanza della denuncia alle Forze di polizia, perché si possano valutare nel modo più aderente alla realtà tutte le intimidazioni e le compressioni alla libertà di stampa», ha aggiunto il direttore centrale, annunciando un prossimo appuntamento sempre a Milano, il 16 maggio prossimo, presso il Memoriale della Shoah sui temi dell’antisemitismo.
Le prefetture, per parte loro, ha osservato il prefetto Saccone, sono molto attente e sensibili al tema e da sempre vicine ai professionisti dell’informazione che sul territorio svolgono con scrupolo e impegno il loro lavoro anche a rischio di intimidazioni e minacce, come dimostra l’incontro ospitato oggi. «I giornalisti lombardi, così come quelli di tutto il resto del Paese», ha sottolineato il prefetto, «possono fare sicuro affidamento sulla costante presenza delle istituzioni, quale sicuro presidio per il sereno ed equilibrato svolgimento di un lavoro quotidiano e prezioso, che proprio perché assolto con imparziale dedizione concorre alla crescita della comunità e al consolidamento di una salda coscienza civica».
All’incontro sono intervenuti anche i giornalisti Paolo Berizzi e Nello Scavo portando la propria testimonianza di operatori dell’informazione minacciati a causa del loro lavoro.