PALERMO – Centinaia di striscioni e bandiere in via Notarbartolo hanno inneggiato contro le collusioni stato-mafia. Migliaia i manifestanti, un corteo giovanile composto da studenti, sindacati e associazioni antimafia, in cuor loro e dalle loro labbra pende ed aleggia l’idea e le parole giustizia, pace, libertà e trasparenza. Il loro comune denominatore è la lotta alla mafia che da sempre affligge la società come una metastasi cancerosa. E la storia giudiziaria evidenzia come in passato siano stati protagonisti giochi di potere. Per i manifestanti, troppi sarebbero state infatti autorevoli assoluzioni e assordanti silenzi dappresso alle stragi di Capaci e via D’Amelio.
In piazza grida dai megafoni con accuse rivolte a quei politici collusi. Si è trattato in sostanza di una manifestazione pacifica e con buone intenzioni sebbene dall’inizio sembrava che stesse prendendo il piede sbagliato, infatti la Questura è intervenuta con l’azione dei celerini. Dopo la sfilata di striscioni ed urla, la tensione è aumentata fino a quando le forze di polizia hanno creato un muro di resistenza.
Da ciò ci si pone di fronte la riflessione su quanto effettivamente sia libero il diritto di manifestare, sempre tenendo conto ovviamente, che ciò avvenga nel rispetto delle leggi che regolano la materia.