Roma “Il referendum del 2 giugno ha cambiato il percorso della storia italiana. La scelta di
campo per la forma Repubblicana, seppur sofferta e di misura, ha posto fine alla
monarchia aprendo la strada delle libertà democratiche. Una strada che va tutelata,
difesa, se possibile ampliata, perché appare ancora troppo fragile e a volte inadeguata a
reggere l’urto di fatti ed eventi che stanno sconvolgendo la contemporaneità”. Luciano
Romoli, Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia degli A.L.A.M., puntualizza il senso di
una festa importante che non può lasciare nessuno indifferente.
“L’espressione più alta di quell’anelito di libertà giunto a maturazione collettiva a seguito
dell’immane tragedia del conflitto mondiale è iscritta nella Costituzione, di cui dobbiamo
celebrare e ricordare oggi più che mai i valori fondanti – prosegue Romoli – I principi in
essa contenuti sottendono un pieno rispetto del pluralismo, della diversità delle culture e
delle fedi religiose, nel segno della tolleranza, fanno parte dell’impegno che la Massoneria
in Italia e nel mondo porta avanti, continuando a battersi per una società più giusta,
capace di uscire dallo stato di “minorità” investendo sul sapere, sulla cultura del diritto,
sull’istruzione obbligatoria, sulle riforme di sistema, sul rispetto dell’ecosistema che ci
accoglie”.
Dobbiamo difendere gli strumenti della democrazia che, lo ha recentemente denunciato
il Premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz appaiono sotto scacco, a tutte le latitudini,
minacciati da diseguaglianze crescenti, dal diffondersi della povertà e da forme striscianti
di razzismo. Continuare a essere protagonisti – nella visione di Romoli – della costruzione
di un sano patriottismo repubblicano e costituzionale, scevro da ideologie, fondato sulla
crescita dell’uomo e della sua spiritualità, che se coltivata ci fa essere adulti e realmente
sovrani come è scritto nella Carta costituzionale, qualifica la nostra identità di massoni.
Non possiamo abbassare la guardia. Le guerre insanguinano il mondo, non risparmiando
neanche la nostra Europa, che sembra aver dimenticato l’esperienza drammatica del
Novecento. La globalizzazione mostra i suoi limiti e il capitalismo si avvita su se stesso,
inseguendo un profitto senza regole che mortifica l’individuo, disconoscendo i suoi
bisogni primari, mentre l’attualità ci mette di fronte alla narrazione di partiti senza
ideologia che stanno facendo barcollare le democrazie tra spinte neo conservatrici,
tensioni populiste e leadership fluide, che si configurano nelle sembianze instabili di
“vortici in fusione” privi di radicamento nelle grandi culture politiche che hanno
attraversato l’Occidente. In un tale contesto nostro compito precipuo è quello di difendere
i sistemi rappresentativi dalle tentazioni plebiscitarie, che tendono a svuotare le
istituzioni parlamentari del significato più profondo.
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Costruire il tempio della convivenza come scritto nel libro sacro vuol dire, per i fratelli e
le sorelle aderenti ai principi e ai valori massonici, operare per ricucire il tessuto slabbrato
di un corpo collettivo che ha smarrito la dimensione spirituale, per tornare dove le cose
hanno un senso, ridando fiato al “principio speranza” enunciato dal grande pensatore
Ernst Bloch. Non si tratta di coltivare illusioni o fugaci utopie, ma di esercitare una virtù
concreta, un atteggiamento dirompente incline al cambiamento, capace di incidere nella
storia, modificandone il percorso.
Facciamo perciò di questo due giugno – conclude Romoli – una festa “calda”, vivificata
dai simboli, senza vuote ritualità, ricca di prospettiva, aperta a un futuro positivo che
possa celebrare finalmente l’uomo posto al centro del divenire della società in movimento.
La Costituzione ci parla di diritti e doveri che si tengono per mano nel bilanciamento di
eguaglianza e libertà, tocca anche a noi, espressione attualizzata della libera muratoria,
affermare l’avvento di una nuova età dei diritti, che si possono attuare appieno solo nel
duplice binario della partecipazione collettiva e del richiamo alla solidarietà, collante
decisivo che non può mancare, come stiamo vedendo in questi giorni drammatici che sta
vivendo l’Emilia Romagna, se vogliamo scegliere la vita e scongiurare la “grande
catastrofe” che incombe su un pianeta sofferente.