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“Fragili”, il giallo d’esordio di Max D’Orso: una narrativa brillante fra segreti, passioni e intrighi

"Gli altri potremmo essere noi e anche noi potremmo sbagliare. Ma non siamo gli unici a commettere errori perché anche il tempo sbaglia i suoi tempi, soprattutto se ci rende protagonisti quando non vorremmo. Si chiama errore, oppure caso".

Roma, fine estate del 2018. Jacopo, Diara e Sandro, accomunati dalla passione per i cocktail e la vita notturna, al termine della loro vacanza trovano lavoro presso il Bodeguita Bar, nuovo locale e luogo di ritrovo per i ragazzi della città. La sera del 7 settembre due stazioni di servizio vengono rapinate a pochi minuti di distanza l’una dall’altra; l’ispettore napoletano Marco Lombardo, con l’aiuto del fidato collega, sovrintendente Fiorillo, indaga sulla vicenda che ha condotto un uomo alla morte, seguendo alcune tracce apparentemente insignificanti. Appena ventiquattro ore dopo, a poca distanza dal locale, il trio di amici, mettendo a rischio la propria vita, protegge una ragazza dall’aggressione di due uomini armati: il suo nome è Milena, proveniente dalla Repubblica Ceca. Jacopo scorgerà in lei una bellezza ammaliante, soave, ma al contempo arcana e sfuggente. Quanto sarà alto il prezzo da pagare per aver deciso di aiutarla? Una fragilità di fondo unisce tutti i protagonisti della storia, in un percorso laddove il timore di non fare la cosa giusta lega indissolubilmente le loro scelte e le loro intricate vite.

MAX D’ORSO è nato a Napoli il 16 giugno 1971. Giornalista pubblicista, si occupa da decenni di comunicazione e pubblicità, dapprima come grafico, poi come freelance e caporedattore. Fragili è il suo primo romanzo, edito da graus Edizioni (2023).

Buongiorno Max e grazie per voler condividere con noi alcune curiosità e approfondimenti sul tuo romanzo d’esordio Fragili : parlaci del titolo che hai scelto

“Il titolo rappresenta il comune denominatore di tutti i personaggi, poiché in questa storia, sia chi pensa di essere migliore degli altri, sia chi combatte per qualcosa, alla fine dovrà fare i conti con i suoi punti deboli.

Credo che l’essere fragili rappresenti anche una caratteristica tipicamente umana che, per timore, non vorremmo mai esporre… quindi ho voluto far presente subito, fin dal titolo, che i protagonisti della storia siamo noi, con nomi e vicende differenti ma siamo comunque noi, che affrontiamo gli eventi e i contrattempi con il timore di non essere mai abbastanza forti per affrontarli, e facendo costantemente i conti con le nostre fragilità… salvo poi accorgerci di essere più forti di quel che credevamo, riuscendo a convertire le nostre paure in energia e la nostra insicurezza in caparbietà”.

 Sei un giornalista, lavori con la scrittura e ti sei occupato per anni di comunicazione e pubblicità: come è stato l’esordio nel mondo della narrativa?

“Passare dalla comunicazione pubblicitaria alla narrativa, è stato come passare dai 100 metri piani alla maratona di New York!

In questi anni ho sviluppato il dono della sintesi, la capacità di dire tutto quel che serve in una singola frase, ma è un dono che in fase di scrittura mi si è dissolto subito; la narrativa mi permette di entrare dentro alle cose, di raschiarle, di approfondirle e, conseguenzialmente, di farle capire meglio anche agli altri in maniera più chiara, senza far leva sulla velocità mentale. La “lentezza” che regala la stesura di un romanzo mi ha affascinato, così come affascinante e intimo resta il momento in cui ci si dedica alla lettura, in compagnia di un libro e della nostra ricercata solitudine, ed essendo anch’io da sempre un flemmatico bradipo, direi che con la narrativa non potevo fare scelta migliore”.

Possiamo definire il tuo romanzo un giallo: come è nata la passione per questo genere e chi o cosa ti ha ispirato nella stesura?

“Premetto subito che nasco con una costante passione filo-americana, dal cinema alla letteratura (Kerouac e Steinbeck in testa), ma sono letteralmente cresciuto con i legal thriller di John Grisham; credo che un romanzo debba nascere con una concezione trasversale della storia, mettersi di taglio alla quotidianità di chi legge e scuotere le emozioni. Ovviamente è una questione di gusti, ma io ho percepito queste sensazioni principalmente dai thriller e dai gialli, quindi ho dato semplicemente  fiato alla mia passione per l’intrigo. Lo scrittore ha una grande fortuna: quella di poter cambiare genere in maniera pratica e veloce, quindi con il lusso – e con il rischio –  di partire con una tipologia di romanzo ben preciso senza però mai escludere la possibilità di approdare ad altri lidi letterari. Sempre restando sul giallo, il mio editore Pietro Graus (graus edizioni) è stato anche il primo editore di Maurizio de Giovanni, l’attuale Maestro del genere in Italia: una meravigliosa coincidenza di cui vado particolarmente fiero”.

Che personaggio è Jacopo? Cosa lo spinge ad aiutare Milena e mettersi in una situazione rischiosa?

“Jacopo è vittima di sé stesso. Spesso siamo noi i nostri carnefici, agendo testardamente su decisioni che sappiamo già sbagliate, facendo cose che non andrebbero fatte e seguendo istinti che non andrebbero seguiti. Ma noi siamo la nostra vita, siamo i padroni del nostro tempo e se ci accorgiamo che un gesto vale più di mille parole, lo facciamo. Jacopo decide di aiutare una delle protagoniste, Milena, pur sapendo fin da subito di commettere un grosso errore. Avrebbe potuto voltarsi dall’altro lato, far finta di nulla, ma poi sarebbe stato costretto a fare i conti con sé stesso e con le sue decisioni non prese.

Si ritroverà in circostanze che avrebbe evitato volentieri, in situazioni nuove e inaspettatamente anomale… ma in fondo questo è quello che accade anche alle nostre vite. Quante volte decidiamo per istinto, anziché per logica? Jacopo rappresenta colui che crede in quello che fa, perché ha capito che è molto meglio sbagliare da soli, anziché su consiglio degli altri”.

 Quali temi emergono dal tuo libro e quale messaggio hai voluto trasmettere?

“Negli eventi che li accomunano, ognuno dei protagonisti si adopera a fare del proprio meglio, perfino chi decide di fare cose sbagliate si impegna affinché gli riescano. Un uomo viene ammazzato e una donna rischia le stessa sorte, ma il fato, supportato da alcune inaspettate coincidenze, incolonna sulla stessa strada salvati e martoriàti. Inutile vestirsi costantemente da cercatori d’oro per poi aspettarsi la pepita ad ogni sforzo, perché certi gesti, certe azioni e certe decisioni andrebbero prese disinteressatamente. L’amicizia e l’amore rappresentano ancora i cardini di ogni rapporto che si rispetti, e in merito a ciò ognuno dovrebbe fare quel che ritiene giusto, cosicché da riuscire ad avere il coraggio di guardarsi dentro, senza mai il timore di dover gestire i rimpianti”.

 Perché i lettori dovrebbero acquistarlo?

“Perché la lettura è un meraviglioso viaggio a costo zero, a prescindere che sia FRAGILI o altro. In questo libro ci ho messo la testa prima di metterci il cuore: volevo che i fatti e i personaggi arrivassero al lettore così come li avevo immaginati, volevo che gli incastri fossero perfetti e infine volevo che ci fosse il giusto ritmo a raccontare le loro storie. Il cuore, invece, l’ho utilizzato quando ho dovuto chiedermi chi fossero i protagonisti e perché qualcuno avrebbe dovuto interessarsi a loro: alla fine credo di avergli dato giustizia, ma non sarò certo io a raccontarmelo, e spero che resti un pezzettino di loro in ognuno dei lettori che li farà compagnia in quest’avventura”.

Possiamo aspettarci un secondo caso per l’ispettore Lombardo?

“Nonostante nel romanzo ci siano molti personaggi accomunati da un’unica storia, devo ammettere che Lombardo ha già fatto parecchie conquiste! Mentre tratteggiavo il suo carattere, I’intenzione era costantemente proiettata a mantenermi lontano dai classici clichè; anche riguardo al suo passato (e al suo presente) volevo qualcosa che desse peso al suo personaggio e che potesse motivare ogni suo gesto. È venuto fuori qualcuno che ha attraversato l’inferno e ne è uscito ustionato, ma ancora vivo; mentre scrivevo, notavo che c’era sempre qualcosa che si poteva aggiungere, sia alla sua storia personale che al suo essere uomo di Legge, con annesse tutte le debolezze e le sofferenze richieste dalla circostanza. Molte cose al suo riguardo non sono state ancora raccontate, ed è quindi probabile che nelle prossime storie, per l’ispettore Marco Lombardo, ci saranno ancora pensieri e parole da spendere”.

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