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Dall’Ecdc un alert sulle zanzare invasive, ecco come difendersi

La tendenza ad un aumento delle temperature in Europa con maggiore frequenza di ondate di calore, alluvioni ed estati sempre più lunghe e calde sono gli elementi che secondo il Centro Europeo per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie (Ecdc) stanno rendendo sempre più favorevoli le condizioni ambientali per zanzare invasive come Aedes albopictus (la così detta “zanzara tigre”) e Aedes aegypti. 

Aumenta quindi, secondo Ecdc, il rischio di trasmissione di malattie virali trasmesse da queste zanzare invasive, come chikungunya e dengue, e da zanzare autoctone diffuse nel nostro territorio, come è il caso del virus West Nile trasmesso in Italia prevalentemente da zanzare del genere Culex.

 

Le ‘nuove’ zanzare presenti in Italia

Aedes albopictus è stata introdotta in Italia nel 1990 (secondo paese europeo, dopo l’Albania) ed è attualmente presente e stabilizzata in tutto il territorio nazionale, fino alle sue propaggini più meridionali. Diffusa in particolare in ambienti fortemente antropizzati, questa zanzara è attiva durante le ore diurne e punge preferenzialmente l’uomo, con una aggressività maggiore rispetto alle altre zanzare. Recentemente sono state introdotte in Italia, nelle regioni del nord-est, altre due specie di Aedes (Ae. japonicus e Ae. koreicus) che stanno ampliando verso ovest il loro areale di distribuzione. Al momento non abbiamo, invece, indicazione che nel nostro territorio sia stata introdotta Aedes aegypti.

 

Le arbovirosi in Italia

In Italia sono stati descritti sporadici focolai di trasmissione locale di chikungunya (nel 2007 e 2017) e dengue (nel 2020). Queste malattie tropicali, di norma assenti nel nostro paese, possono occasionalmente originarsi da singole persone infette che rientrano da viaggi in zone in cui sono endemiche e poi diffondersi rapidamente, grazie alla presenza del vettore competente, la zanzara tigre. Il virus West Nile, invece è da almeno 15 anni endemico in Italia e determina ogni anno casi di infezione nell’uomo e periodicamente epidemie (nel 2018 e nel 2022). 

Per contrastare queste patologie in ISS è attiva l’unità di entomologia medica che presta il suo supporto tecnico-scientifico durante le indagini in caso di epidemia da arbovirus. L’ISS ospita anche il laboratorio nazionale di riferimento per gli arbovirus e coordina la sorveglianza epidemiologica dei casi di infezione umana sul territorio nazionale, in collaborazione con il Ministero della Salute e le Regioni e Provincie Autonome.

Da molti anni, inoltre, gli entomologi e i virologi dell’ISS collaborano attivamente, valutando la competenza vettoriale delle nostre specie di zanzare per molti arbovirus presenti o potenzialmente circolanti in Italia, attraverso prove sperimentali di infezione, condotte in laboratori di biosicurezza di livello 3 (BSL3), costruiti a questo scopo.

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