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Ponte sullo stretto, infondante le teorie dei problemi causati dal vento

Roma – Prosegue la diffusione di   commenti con bufale antiscientifiche secondo cui il ponte di Messina avrebbe problemi in caso di vento e dovrebbe essere quasi sempre chiuso al transito.
Non c’è niente di più falso, è una menzogna.
“Non siamo contrari all’esistenza di persone avverse all’opera, – spiega l’ente ponte stretto di Messina – ci mancherebbe, ma l’avversità non deve basarsi sulla diffusione di menzogne e la contestuale diffamazione di centinaia di tecnici.
Il ponte di Messina ha avviato la stagione dei ponti sospesi di grande luce di terza generazione che sfruttano un tipo di impalcato di concezione completamente nuova.
È garantita la perfetta stabilità anche in caso di vento il doppio più forte di quello massimo possibile nel mondo reale.
Nello stretto di Messina la massima velocità del vento mai registrata nella storia è stata di poco superiore ai 135 km/h.
L’impalcato Messina-type, oggi usato in tutto il mondo poiché permette prestazioni enormemente superiori a quelle che erano possibili in passato, è stabile persino in caso di vento a 270 km/h, come appurato dalle prove nelle più importanti gallerie del vento del pianeta durante la progettazione definitiva.
Di norma il ponte sarà sempre aperto e transitabile.
Il segreto sta nell’aver suddiviso l’impalcato in tre cassoni indipendenti di modo che i vortici di Von Karman che si formerebbero su una lunghezza complessiva di 60 metri si spezzano in 3 vortici che reciprocamente tendono ad annullarsi nell’area di separazione tra cassoni contigui.
E questa rivoluzionaria tecnologia permette anche di alleggerire l’impalcato e arrivare fino a 6000 m di luce, in futuro sarà possibile superare i 10.000 m grazie all’utilizzo di nuovi materiali per i cavi di sospensione.
Come ripetiamo sempre, il limite è economico: al crescere della luce i costi salgono al quadrato, non linearmente. Per questo gli ingegneri cercano di stare entro 2000 m, cosa però non possibile nello stretto di Messina.
Migliorano anche il controllo e la manutenzione, molto più semplici che in passato, potendo ispezionare dall’interno l’impalcato e dall’esterno con by-bridge a ponte.
Non solo, essendo l’interno dell’impalcato condizionato, umidità e temperatura sono pressoché stabili con costi manutentivi estremamente ridotti.
Inoltre il cassone è illuminato, permettendo di intervenire a qualsiasi ora.
Sui vecchi ponti sospesi a impalcato irrigidente, l’accessibilità ai nodi è complessa, dovendo accedere all’intradosso di impalcato in condizioni difficili.
Le strutture erano esterne, quindi soggette alle intemperie di vario tipo e dovevano essere ripetutamente tinteggiate per prevenire la corrosione.
Continuate a seguirci per altre informazioni sul progetto definitivo dell’opera che collegherà la Sicilia al continente.
Vi ricordiamo che il progetto definitivo è firmato dei massimi esperti planetari in ambito, tra cui COWI, Parsons e IHI.”
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