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L’attacco di panico è una fermata momentanea: la storia di Marta Preto raccontata nel romanzo autobiografico “Un tocco delicato”

"Non ero mai stata abituata a parlare di me e a mettere al centro il mio modo di sentire, le mie esigenze".

Con il libro “Un tocco delicato” ho aperto il mio cuore all’esterno, perché è un racconto autobiografico su alcune emozioni vissute dall’infanzia fino ad oggi; è un dono che mi sono fatta in questo anno di stesura del libro e che ora lascio nelle mani di chi lo acquisterà, nella speranza che possa essere apprezzato e diventare un regalo anche per qualcun’altro. Sul libro c’è una data ricorrente: il 9 luglio del 2018 è il giorno in cui devo fare i conti con un attacco di panico; qui inizia un periodo difficile per me, ma quello è solo un giorno perché c’è un malessere che arriva da lontano. Da fuori neanche si vede, perché alcune volte mi isolo tra i miei pensieri e altre volte sorrido senza far trasparire nulla. Mi affido ad un aiuto esterno e trovo la mano accogliente della mia psicoterapeuta: una professionista esemplare, che ancora oggi mi è accanto in questo viaggio dentro di me molto emozionante. Incontro la scrittura, prima solo terapia, e poi con il tempo grande passione. Sarà un viaggio per me molto toccante, mano nella mano con una delle persone più importanti della mia vita, che purtroppo non c’è più da tanto tempo. Sono certa che molti si sentiranno parte di questa emozione; e allora, dammi la tua mano ed entra con me nel mondo di Marta!

MARTA PRETO nasce ad Arzignano il 31 ottobre del 1985, e vive da sempre a Valdagno, in provincia di Vicenza. Studia chimica industriale all’ITIS Marzotto e si laurea poi in ingegneria gestionale nel 2009. Nonostante gli studi prettamente tecnici, cinque anni fa rimane profondamente colpita dal potere che la scrittura ha su di sé: inizialmente uno strumento di terapia, diventerà col tempo anche una grande passione; decide così di provare a migliorare la sua tecnica, partecipando ad alcuni corsi di scrittura autobiografica, tra cui uno alla scuola Holden di Torino.

Ha pubblicato il suo primo libro autobiografico Un tocco delicato nel maggio del 2022, dove racconta la sua rinascita dopo gli attacchi di panico. A maggio 2023 ha pubblicato il suo secondo libro, questa volta di poesie, dal titolo Soffici parole.

Un tocco delicato è un romanzo autobiografico in cui parli di te con grande sincerità e apertura d’animo. Dove nasce l’esigenza di condividere la tua storia?

“Per prima cosa, vi ringrazio di questa opportunità. L’esigenza di condividere la mia storia nasce dal fatto che nonostante io abbia fatto studi prettamente tecnici, ho sempre sentito dentro di me la propensione di aiutare gli altri. Amo farlo anche nel mio lavoro perché credo porti le persone a collaborare tra di loro e sono convinta che i benefici siano tanti. Quindi raccontare la mia storia poteva essere un aiuto ad altre persone con un’esperienza simile alla mia. E visto i feedback arrivati, credo di esserci riuscita e questo mi rende molto felice”.

Fra gli altri, emerge un tema centrale quello degli attacchi di panico e del percorso intrapreso con la psicoterapeuta. Come hai affrontato questo “viaggio dentro te stessa”?

“Un viaggio pauroso prima di entrare per la prima volta nello studio della psicoterapeuta. Ma una totale accoglienza fin da subito quando ho fatto il mio primo passo dentro alla stanza di terapia.

Quando inizi la terapia incontri prima di tutto la te bambina con tutte le paure tenute dentro a lungo e piano piano insieme alla terapeuta impari ad accarezzarti le ferite e rincuorarti. Oggi questo viaggio continua con la consapevolezza che il passato non può essere cancellato, ma con la forza di chi sa che merita qualcosa di bello”.

Una figura sempre presente è quella di nonna Margherita, che accompagna il lettore lungo le pagine della storia. Quale ruolo ha avuto nella tua vita e nella stesura dell’opera?

“Perdere la nonna nel 2003 è stato per me un lutto mai elaborato, finché in terapia è uscito questo mio sentire e allora con la terapeuta ci abbiamo lavorato. Non averla più al mio fianco fisicamente mi faceva stare male, ma riportandola con me nel libro l’ho finalmente vissuta di nuovo da vicino, in un modo naturalmente diverso ma risentendo quel grande calore che mi ha sempre donato e che in questi anni mi è mancato troppo.

Lei per me è sempre stata un punto di riferimento, anche perché ci assomigliamo tantissimo sia fisicamente che caratterialmente. Persone che la conoscevano quando mi incontrano rivedono sempre lei in me e per me questo è un grande orgoglio”.

Nel libro parli di disagi interiori ma anche di forti emozioni, come quelle che ti hanno regalato il calcio e il teatro. Cosa rappresentano per te?

“Il calcio è la passione di una vita. L’ho conosciuto e apprezzato grazie a mio cugino.

Sul libro racconto il mio essere stata calciatrice per quasi 20 anni, le emozioni provate quando la palla entrava in rete e alcune vittorie di squadra. E poi racconto anche della mia squadra del cuore, la Juventus e del mio idolo, Alessandro Del Piero.

Il teatro, invece, rappresenta la rivincita a quell’affermazione che mi ha fatto tanto male quand’ero piccina: tu Marta non ridere, senti che brutta voce hai. Detta ad una bambina piccola ferisce e mi è rimasta dentro finché non ho trovato il coraggio di raccontarlo alla mia psicoterapeuta. Questa arte mi ha permesso di “urlare” la mia voce squillante, come mi disse una delle prime volte la mia insegnante”.

Quale messaggio vuoi trasmettere ai lettori?

“Che l’attacco di panico è una fermata momentanea dalla quale si può ripartire e rinascere.

Spero avrete il piacere di leggere il mio libro, che non è una lettura per trasmettere la paura di un attacco di panico, ma bensì dare forza a chi sta vivendo un difficile momento psicologico.

Un altro messaggio è quello di affidarsi ad un bravo/a professionista della salute mentale e non avere paura di raccontare il proprio difficile sentire”.

La scrittura quale importanza ha avuto nella tua evoluzione personale?

“Io sono ingegnere gestionale, mai avrei pensato di scrivere. Non parlo di libri, ma proprio scrivere.

Lo scrivere per me è una grande terapia perché mi permette di elaborare i miei rimuginii e i miei pensieri continui, permettendo così di diminuire il peso di questi.

C’è qualcuno che ogni tanto mi chiede, cosa dici Marta se scrivo anch’io qualcosa? Allora io rispondo, con me sfondi un portone aperto… Vai e scrivi, ti aiuterà tantissimo”.

Perché un lettore dovrebbe acquistare Un tocco delicato?

“Perché è la storia di una bambina timida che si è fatta largo tra le difficoltà della vita.

E poi mi aiuterete nella donazione, perché coperte le spese di spedizione, il ricavato verrà devoluto in beneficenza a due associazioni, una che segue la salute mentale e una che segue i malati di Alzheimer”.

Pensi di scrivere altri romanzi?

“Ho da poco pubblicato Soffici parole un piccolo libricino di poesie. Tramite un concorso ho avuto modo di vedere pubblicato anche un mio piccolo racconto, che parla del mio amore verso la Juventus.

Nel frattempo, ho già iniziato un nuovo libro che spero di pubblicare verso marzo/aprile del nuovo anno, in cui racconterò sempre alcune parti della mia vita e anche di alcune storie conosciute dopo la pubblicazione del mio primo libro”.

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