LISBONA – Urlando lo slogan “Questa è la gioventù del Papa” intorno a mezzogiorno, ora locale, centinaia di giovani hanno varcato i cancelli del “Campo da Graça”, situato nel Parco Tejo-Trancão di Lisbona, dove alle 20.45, le 21,45 in Italia, inizierà la veglia con Papa Francesco. A causa del gran caldo i volontari raccomandano di bere molto e mettere la crema solare. Teli blu, compresi nel kit del pellegrino portoghese, sono stati sistemati per terra o si improvvisano delle tende utilizzando i teli come copertura, con gli angoli incastrati nei coperchi dei cestini dell’immondizia. In tanti aprono gli ombrelli per ripararsi da sole. Altri corrono in direzione degli idranti aperti dagli organizzatori per rinfrescare i pellegrini.
Nel parco sono stati installati decine di maxi schermo. L’immensa distesa vicina al Ponte Vasco de Gama, che attraversa il fiume Tago, si riempie di minuto in minuto di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo, come testimoniano le tante bandiere sbandierate dai ragazzi. Marta, 27 anni, medico specializzando in medicina interna al Campus bio medico, ha deciso di trascorrere le ferie alla Gmg di Lisbona. «È bello partecipare ad una iniziativa simile e vedere tanta fraternità, tanta gioventù, tanta allegria. Si respirano i sentimenti che dovrebbero essere propri di un cristiano, che non deve mai essere triste. Questa gioia collettiva è contagiosa». Animatrice di oratorio e catechista nella parrocchia di Santi Fabiano e Venanzio, Marta porterà le parole di Papa Francesco a chi non è potuto venire. «Sicuramente ci inviterà a essere operativi e a portare Gesù nella quotidianità – dice -. Spero di riuscire a tramutare il suo invito in testimonianza nel lavoro, nella comunità parrocchiale e nella vita privata».
In sottofondo c’è chi canta, chi suona la chitarra o i tamburelli. Un’atmosfera che piace a Manuel, 19 anni. Confessa che un po’ temeva questa esperienza soprattutto perché non ha mai studiato lo spagnol6 o il portoghese. «È stato bello scoprire che si può interagire con tutti anche se si parlano lingue diverse – dice -. Basta un sorriso e una stretta di mano. Poi ci si aiuta con i gesti per scambiarsi qualche parola». Lorenzo, 19 anni, aspetta di farsi «coinvolgere dalle parole che il Papa rivolgerà ai giovani. Stiamo soffrendo un po’ per vederlo. Il caldo, la stanchezza del viaggio, ma è una stanchezza positiva. Magari a questa età si preferisce trascorrere ore al sole per un cantante ma è tanto bello e arricchente fare questi piccoli sacrifici per il Papa insieme a migliaia di ragazzi con i quali condividi gli stessi valori e la stessa fede».
Samuel, anche lui 19enne, non immaginava «di incontrare così tanti ragazzi con i quali si fa spontaneamente amicizia. È come se ci conoscessimo da sempre». Mattia e altri ragazzi osservano che «la gestione dei pasti non è ben distribuita. In questi giorni non è stato sufficiente per integrare le energie imp5egate nel pellegrinaggio e al momento non sappiamo come andrà la giornata odierna e quella di domani. È vero che siamo migliaia ma bisognava prevederlo». Don Dario Frattini si guarda intorno e riflette che la grande risposta alla Gmg di Lisbona fa comprendere che «i ragazzi hanno bisogno di modelli positivi. Dobbiamo metterci al loro fianco e seguirli come sono. In contesti come questi si aprono ed emerge la loro sete di bene».