Roma – Le arbovirosi sono zoonosi causate da virus trasmessi da vettori artropodi (arthropod-borne virus, come per esempio zanzare, zecche e flebotomi) tramite morso/puntura. Interessano sia l’uomo che gli animali. Al momento attuale si contano oltre 100 virus classificati come arbovirus, in grado di causare malattia nell’uomo. In Italia, gli arbovirus possono essere causa di infezioni sia importate sia trasmesse localmente (autoctone) e possono causare malattie con manifestazioni cliniche diverse. Per questo motivo, le arbovirosi devono essere considerate nella diagnosi differenziale in caso di storia di viaggio all’estero, in presenza di nota diffusione sul territorio nazionale, in presenza di segni/sintomi suggestivi anche di patogeni non usualmente trasmessi localmente. Sono infatti stati descritti negli ultimi anni focolai di trasmissione locale di virus che non endemici in Italia come ad esempio Chikungunya e Dengue.
La sorveglianza nazionale
In Italia, sono soggette a sorveglianza speciale le seguenti arbovirosi: Chikungunya, Dengue, Zika, West Nile, Usutu, Encefalite da zecca (Tbe) e le infezioni neuro-invasive da virus Toscana, con il West Nile che al momento risulta il più diffuso. Le attività di sorveglianza integrata nell’uomo delle arbovirosi in Italia sono coordinate dall’Istituto superiore di sanità (Iss) e, per gli aspetti veterinari ed entomologici dei virus West Nile e Usutu, dall’Istituto zooprofilattico dell’Abruzzo e del Molise (Izs-AM), in collaborazione con il Ministero della Salute che, regolarmente, aggiorna e pubblica Piani di sorveglianza e risposta al fine di garantire un’individuazione precoce dei casi e ridurre il più possibile una eventuale diffusione.
Prevenzione
Per il momento il principale strumento preventivo contro la diffusione delle arbovirosi è la riduzione dell’esposizione ai vettori durante il periodo favorevole alla trasmissione.
Per quanto riguarda le zanzare è consigliabile proteggersi dalle punture ed evitare che possano riprodursi facilmente:
– usando repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe, quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto
– usando delle zanzariere alle finestre e soggiornando in ambienti climatizzati
– svuotando di frequente i contenitori con acqua stagnante (per esempio, secchi, vasi per fiori e sottovasi, catini, bidoni, ecc.) e coprendo quelli inamovibili
– cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali
– svuotando le piscinette per i bambini quando non sono usate.
Arbovirosi endemiche in Italia
In Italia sono endemiche, ovvero trasmesse localmente ogni anno, le seguenti arbovirosi: West Nile, Usutu, Toscana virus, virus dell’encefalite da zecche.
West Nile
In evidenza:
Salgono a 133, in Italia, i casi confermati di infezione da West Nile Virus (WNV) nell’uomo dall’inizio di maggio (94 nel precedente bollettino); di questi 74 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (13 Piemonte, 20 Lombardia, 10 Veneto, 26 Emilia-Romagna, 2 Puglia, 1 Sicilia, 1 Sardegna) 1 caso importato dall’Ungheria, 36 casi identificati in donatori di sangue (6 Piemonte, 23 Lombardia, 1 Veneto, 6 Emilia-Romagna), 23 casi di febbre (5 Piemonte, 8 Lombardia, 8 Veneto, 2 Emilia-Romagna). Tra i casi confermati, sono stati notificati 6 decessi (2 Piemonte, 3 Lombardia, 1 Emilia-Romagna). Il primo caso umano di infezione da WNV della stagione è stato segnalato dall’Emilia-Romagna nel mese di luglio nella provincia di Parma. Nello stesso periodo sono stati segnalati 2 casi di Usutu virus in Piemonte (1 Novara, 1 Cuneo). Salgono a 43 le Province con dimostrata circolazione di WNV appartenenti a 9 Regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Puglia, Sicilia e Sardegna.
Informazioni generali
La febbre West Nile (West Nile Fever) è una malattia provocata dal virus West Nile (West Nile Virus, WNV), un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile (da cui prende il nome). Il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America.
I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del genere Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Il virus infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri. In Italia ormai da diversi anni si verificano nel periodo estivo alcune decine di casi di West Nile, (fino ad alcune centinaia negli anni con maggiore incidenza), trasmessi da puntura di zanzara, mentre non sono mai stati documentati casi di trasmissione da trasfusione o trapianto, anche grazie alle misure specifiche messe in atto ogni anno (per maggiori informazioni consulta la pagina dedicata del Centro Nazionale Sangue e quella del Centro Nazionale Trapianti).
Incubazione e sintomi
Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario. La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi come febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, manifestazioni cutanee. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, mentre nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave. I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150) e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.
Altre arbovirosi endemiche
Per sapere di più sulle altre arbovirosi endemiche in Italia consultare i seguenti documenti per il virus Toscana, per l’’encefalite da zecche e per l’Usutu.
Arbovirosi prevalentemente di importazione
Sono prevalentemente contratte in paesi endemici e riscontrate in Italia dopo viaggio all’estero (di importazione) arbovirosi come Dengue, Chikungunya e Zika. Negli ultimi anni, tuttavia, la diffusione di virus come Dengue e Chikungunya è aumentata con focolai di trasmissione locale anche in alcuni paesi Europei, compresa l’Italia.
Dengue
Informazioni generali
La dengue è causata da quattro virus molto simili (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4) ed è trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Non si ha quindi contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite del virus. Il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni, e in questo periodo la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri. Nell’emisfero occidentale il vettore principale è la zanzara Aedes aegypti, anche se si sono registrati casi trasmessi da Aedes albopictus (la c.d. ‘zanzara tigre’). La dengue è conosciuta da oltre due secoli, ed è particolarmente presente durante e dopo la stagione delle piogge nelle zone tropicali e subtropicali di Africa, Sudest asiatico e Cina, India, Medioriente, America latina e centrale, Australia e diverse zone del Pacifico. Negli ultimi decenni, la diffusione della dengue è aumentata in molte regioni tropicali e focolai di trasmissione locale sono stati confermati in alcuni paesi Europei compresa l’Italia. Nei paesi dell’emisfero nord, in particolare in Europa, costituisce un pericolo in un’ottica di salute globale, dato che si manifesta soprattutto come malattia di importazione (il cui incremento è dovuto all’aumentata frequenza di spostamenti di merci e di persone) e di salute pubblica per il rischio di trasmissione locale.
Sintomi e diagnosi
Le infezioni da virus Dengue sono normalmente lievi, e la maggioranza delle persone che contraggono il virus non sviluppa sintomi. Occasionalmente, tuttavia, il virus può causare una malattia grave che richiede assistenza medica. La malattia dà luogo a febbre anche molto elevata nell’arco di 5-6 giorni dalla puntura di zanzara. La febbre è accompagnata da mal di testa, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle che possono apparire sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre. I sintomi tipici sono spesso assenti nei bambini. La diagnosi è normalmente sospettata in base ai sintomi, ma è confermata con esami di laboratorio volti alla ricerca del virus o di anticorpi specifici in campioni di sangue[FR4] .