“Urbex, la bellezza nell’abbandono” di Veronica Mondini: un viaggio fotografico e letterario in luoghi dimenticati
Urbex, ovvero Urban Exploration. Un significato chiaro per una tendenza che sta prendendo sempre più piede, sia in Italia che all’estero. Si tratta senza dubbio di un fenomeno di nicchia, soprattutto perché i luoghi abbandonati sono spesso invisibili e dimenticati dai più. Fabbriche dismesse, ville abbandonate, e istituti sepolti dall’oblio diventano realtà architettoniche dal fascino indubbio, luoghi in cui il tempo sembra essersi cristallizzato: la riscoperta di questi luoghi diventa speleologia urbana, capace di riportare alla luce ciò che l’incuria, il degrado e il tempo sono riusciuti a nascondere per decenni. L’Urbex è una passione da affrontare con cautela e attenzione in quanto quello che si sta facendo è, a volte, una violazione di proprietà in quanto tutti o quasi tutti i luoghi esplorati hanno un legittimo proprietario. Veronica Mondini ci guida con maestria alla scoperta di questo mondo attraverso immagini suggestive, descrizioni accattivanti e scatti “mozzafiato” in cui la sua bellezza, o a volte la sua ironia, si incuneano alla perfezione negli scenari di abbandono creando dei contrasti degni di Helmut Newton.
VERONICA MONDINI è nata a Mantova nel 1972. Studi prettamente scientifici, ma decisamente incline alla letteratura e all’arte, è diventata membro di “Aperti per voi” del Touring Club Italiano. Nel 2016 le è balzata in testa l’idea di cimentarsi come modella (un po’ per placare la sua vanità, un po’ anche come rivalsa per i tanti anni in cui si è sentita un “brutto anatroccolo”). Ha poi scoperto l’Urbex e la sua vocazione anche come fotografa, iniziando con grande successo a lavorare da entrambi i lati della fotocamera.
Come è nata la passione per l’Urbex, l’esplorazione degli edifici in rovina?
“La passione per l’Urbex è nata davvero per caso, serviva una location per fare degli scatti come modella e un amico mi disse “ho una villa da mostrarti”, mai avrei pensato a una villa abbandonata! Da quel momento mi si è aperto un mondo sconosciuto.”
Hai scritto che “la parola più semplice per esprimere l’Urbex è l’emozione”: cosa intendi e cosa rappresenta per te questa passione?
“Esatto emozione: emozione nel varcare un luogo sconosciuto, nel perlustrare e scoprire i ricordi di chi abitava lì, l’arte e la storia che si celano dietro a queste porte sconosciute. Una passione che a me fa battere il cuore in maniera insolita a cui non so dare una spiegazione razionale.”
Come si riesce a entrare in un luogo abbandonato e che rapporto instauri subito dopo con lo spazio che esplori?
“Chi fa urbex in maniera corretta entra nei luoghi abbandonati aperti, non distrugge nulla e non forza nulla. Dopo la mia entrata ho sempre molto rispetto ed attenzione,visto che i luoghi spesso sono malandati e pericolosi.”
Quale fra gli edifici che hai visitato ti ha colpito di più e perché
“Due sono quelli che mi hanno colpito di più e a cui sono particolarmente affezionata: Villa Minetta con la sua notevole storia legata all’unità d’Italia e al gossip che la vuole come acquisto di Dodi e Diana prima della loro morte e il manicomio di Colorno perchè tutte le volte che ci sono stata mi ha dato delle sensazioni forti, intense, si percepisce la sofferenza vissuta lì”.
Il tuo modo di vivere la scoperta dei luoghi abbandonati è duplice, come fotografa e come modella: che genere di foto ti piace scattare e quando desideri diventarne il soggetto fotografico?
Quale è la tua idea di “bellezza nell’abbandono” e in che modo l’hai espressa nel libro?
“La bellezza nell’abbandono è il lato bello che si può cogliere anche in un rudere, in un luogo dimenticato e anche in una donna “normale” che si rimette in gioco posando e scrivendo, cercando di far trasparire le sue emozioni e sensazioni, cosa non del tutto facile.”
Cosa consigli a chi vuole intraprendere la strada dell’esplorazione dei luoghi in rovina?
“Consiglio rispetto dei luoghi in primis, attenzione anche a dove si mettono i piedi!!! E documentarsi sul luogo che si vuole visitare in modo da apprendere anche nozioni”.
Quale messaggio vuoi trasmettere ai tuoi lettori?