Rosa è una donna intorno ai 40 anni. Da un anno ha perso la sua adorata mamma e ancora non si dà pace.
Vive nella provincia veneta e la sua vita si trascina triste e monotona, lavoro e casa, casa e lavoro, pochi amici, con un marito immaturo che non la cerca e non la desidera più da molto tempo. Rosa e Andrea vivono soli e senza figli con l’unica compagnia della cagnetta Bella.
Per caso un giorno, in una località di mare che frequenta abitualmente, conosce Amir, un ragazzo egiziano più giovane di lei di 10 anni, bello e intraprendente e se ne innamora perdutamente, perdutamente ricambiata. Ne nasce una storia clandestina intensa, piena, folle, che consente a Rosa di sentirsi nuovamente donna e di vivere una seconda giovinezza.
Questa è la storia vera di Rosa, così come me l’ha raccontata lei stessa. La storia di sette anni talmente ricchi di amore e di progetti, di avventure e di sotterfugi da volare via in un attimo, ma da ricordare per il resto della vita.
LUIGI ROSIN vive a Noventa Padovana, nella provincia di Padova. Ha iniziato a scrivere in gioventù, ma non aveva mai esplorato la possibilità di pubblicare i suoi scritti.
Nel 2019 è riuscito a pubblicare il suo primo lavoro Donne Attraverso, tramite una Casa Editrice indipendente. L’esperienza per lui è stata a dir poco negativa, e trascorso un anno dalla firma del contratto, alla scadenza dello stesso ha deciso di autopubblicarsi con Amazon KDP. Il libro è suddiviso in tre racconti autobiografici e narra le vicende di tre figure femminili che hanno in qualche modo “incrociato” la sua vita. Tre donne che non ho voluto dimenticare. Nel 2022 ha terminato il suo secondo romanzo: Petali di Rosa, ha inviato il manoscritto a tutte le Case Editrici di sua conoscenza ma nell’attesa di un’eventuale proposta editoriale si è nuovamente autopubblicato su KDP.
Come è nata la storia che ha voluto narrare e ci sono richiami a una vicenda vera?
“Come indicato nella prefazione la storia narrata è tratta da una vicenda realmente accaduta, e racconta dell’amore, durato sette anni, tra Rosa ed il suo amante Amir. Lo spunto mi è stato fornito dalla stessa Rosa, nostra cara amica, che avendo letto il mio primo libro, mi ha chiesto di scrivere la sua storia, di cui peraltro eravamo già a conoscenza. Ho accettato di buon grado la sua proposta alla condizione che lei stessa mi raccontasse per filo e per segno quello che era successo fin dall’inizio, senza nascondermi nulla, per darmi modo di capire il perché, il momento in cui tutto era avvenuto e soprattutto tutte le implicazioni oggettive, soggettive e anche psicologiche, cosicché potessi “calarmi” nel suo personaggio per cercare di descrivere al meglio il profilo dei personaggi.”
Ci parli dei suoi protagonisti, cosa li caratterizza dal punto di vista narrativo e psicologico?
“Devo fare una doverosa premessa che: per difendere la privacy della protagonista, e anche per proteggerla da eventuali complicazioni e ripercussioni da parte di Amir, ho necessariamente modificato tutti i nomi, tutti i luoghi e tutta la cronologia dei fatti.
I personaggi: Rosa è una donna sui 40 anni, fisicamente bella e formosa, tendenzialmente allegra e vivace, sempre pronta a divertirsi con la compagnia degli amici e delle amiche, che sta passando un brutto momento della sua vita. Sua madre è mancata qualche mese addietro e lei non si dà pace della perdita, e trascina una vita matrimoniale e lavorativa noiosa e deprimente, con un marito, Andrea, che dopo i primi entusiasmi si è a poco a poco lasciato andare alla routine matrimoniale, si è accomodato sul divano e vive pigramente la sua vita, ignorando completamente la moglie, sia dal punto di vista personale, che dal punto di vista fisico e sessuale. Andrea non è un cattivo ragazzo ma è un uomo superficiale ed egoista, che si appaga solo quando riesce a soddisfare i suoi capriccetti personali. Per il resto “va tutto bene” e quello che pensano gli altri non lo tocca.
Amir è un giovane egiziano, bello e intraprendente, con un fortissimo ascendente riguardo alle donne. A poco più di trent’anni, ha già alle spalle innumerevoli avventure con donne diverse, un matrimonio e una convivenza con una compagna. Il che non gli impedisce di cercare nuove conquiste. È fondamentalmente un avventuriero, un moderno Casanova con in più la tendenza a sfruttare le sue doti amatorie, per conquistare, circuire e approfittare della povera vittima caduta nella sua rete”.
È riuscito a raccontare con lucidità lo sfiorire di una relazione matrimoniale, cosa ci suggerisce il suo testo?
“Non è difficile raccontare la monotonia di un rapporto matrimoniale. Quando cala o peggio quando si azzera completamente il desiderio sessuale, quando vengono a mancare quelle piccole cose che ravvivano il rapporto, penso ad un bacio, ad una carezza, ad un abbraccio, un “ti amo” buttalo là, una toccatina, un tenero sculaccione. Non importa se poi concluderemo con un rapporto sessuale, quello possiamo farlo anche un’altra volta, ma con questo gesto ti sto dicendo che ci sei, che ti sento, che ti desidero; quando il dialogo muore a causa di un televisore perennemente acceso; quando “io vado al mare con Giulia” oppure “io vado a giocare a calcetto con gli amici”, quando “cosa ne dici, usciamo assieme stasera? No, scusa sono stanco e non ne ho voglia” eccetera eccetera, allora non c’è più niente da descrivere o da raccontare.
Quanti matrimoni si sfasciano per questi futili motivi? Il testo suggerisce proprio questo, basta poco per tenere vivo un rapporto, sarebbe sufficiente dimostrare anche solo un po’ di interesse nei confronti del partner. Rosa vive e soffre tutta questa difficoltà, questa mancanza di attenzione, questa indifferenza e quindi è facile preda”.
Curiosità sulla bellissima copertina del romanzo: chi l’ha realizzata e quale è il suo significato?
“Grazie per aver notato la bellezza dell’immagine. Anche la copertina ha una sua breve storia: tra i nostri amici ho la fortuna di annoverare una bravissima pittrice, Maristella Martellato (MM in basso a destra sulla copertina). Quando terminai il mio primo libro, nel 2019, che si intitolava Donne Attraverso, e che racconta in maniera autobiografica di tre donne che in qualche modo hanno “attraversato” la mia vita, chiamai Maristella per chiederle se poteva realizzarmi un disegno da utilizzare come copertina. Lei mi rispose che lo avrebbe fatto volentieri se prima le avessi fatto leggere il libro, per capire cosa disegnare. Le diedi il manoscritto e, il giorno seguente, mi telefonò per dirmi: “ho letto il libro, l’ho divorato stanotte e ho già la copertina pronta. Vieni a casa mia che te la faccio vedere”. Andai a casa sua e mi fece vedere un suo quadro che si intitola Finis Terrae (visibile online nel sito di Maristella), che ritrae tre figure femminili che si tuffano in acqua, attraversando il confine tra la terra e l’acqua stessa. Bellissimo!
Quando terminai il mio secondo lavoro, Petali di Rosa, chiesi nuovamente a Maristella di propormi un suo disegno. Stessa prassi: lettura del manoscritto, telefonata e visita a casa sua. Questa volta mi propose “il guscio”. Stupendo!
Perché lo scelsi? Per diversi motivi. Innanzi tutto il colore dominante è il Rosa (fatalità), poi l’immagine mi evoca due sentimenti contrastanti. Per primo la posizione fetale della donna rannicchiata su se stessa mi evoca un’idea di nascita, o di rinascita se volete. Ma soprattutto, questa posizione così chiusa, mi dà la sensazione che la figura stia proteggendosi da una qualche violenza, non necessariamente fisica, ed è indubbio che Rosa sia stata in qualche modo violentata nella sua psiche e nella sua fisicità.”
Quale messaggio ha voluto trasmettere ai lettori?
“Non ho pensato ad un messaggio in particolare, ma ho scritto, come se fossi sotto dettatura, la storia vera di un amore travolgente, sconvolgente e tossico, che ha sconvolto il corpo e la mente di Rosa, che, a fronte di un appagamento sessuale oltre ogni limite, ha duramente pagato in termini di serenità, tranquillità e felicità i sette anni vissuti così pericolosamente e, alla fine, inutilmente. La storia è andata così, non possiamo né giustificare né criticare il comportamento della protagonista.”
Come definisce il suo romanzo e chi può esserne il lettore ideale?
“Il mio romanzo si può definire in vari modi. Storia vera, romanzo d’amore, storia clandestina, progetto di vita, amore tossico.
Il lettore ideale è una persona adulta, che vive e comprende i giorni nostri, che accetta il linguaggio a volte volgare dei nostri tempi, che non si scandalizza per le scene erotiche descritte, che capisce e compatisce la protagonista per tutto quello che ha subito.”
Ha altri progetti letterari in corso?
“Sì, sto lavorando ad un terzo libro, che racconterà la storia, completamente inventata, di una ragazza quasi diciottenne che vive con un padre un po’ “toccaccione”. L’inizio è abbastanza torbido, ma nel prosieguo conterrà un messaggio molto positivo e avrà un finale totalmente inaspettato. Non ho ancora deciso il titolo, ma sono ormai arrivato tre quarti della storia”.