ROMA – Non si arrestano i raid di Israele contro la Striscia di Gaza, in risposta all’operazione militare “Ciclone Al-Aqsa” sferrata dal gruppo Hamas sabato scorso: stando a quanto ha riferito il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari, le forze aeree stanno continuando a bombardare l’enclave dal cielo e dal mare “ogni quattro ore”. Media e organizzazioni per i diritti umani locali denunciano che i raid non risparmiano obiettivi civili – tra cui edifici residenziali, ambulanze e una università – e il bilancio delle vittime palestinesi ha superato le 700 persone stando al ministero della Salute di Ramallah. I feriti ammontano a 4mila.
LEGGI ANCHE: I deltaplani di Hamas dopo 30 anni di accordi falliti: cosa è successo fino a ora tra Israele e i palestinesi
A Khan Younis stamani una famiglia è stata coinvolta dopo che un missile ha raggiunto l’abitazione, causando sia morti che feriti. Bombardata anche la Hajji Tower nel sud della Striscia, sede di una redazione: due giornalisti palestinesi sono rimasti uccisi. Si trattava di Saeed Radwan al-Taweel, capo redattore della testata Al-Khamsa News, e il fotoreporter dell’agenzia Khabar, Mohammad Rizq Sobh. Un terzo è rimasto ferito ed è stato trasportato all’ospedale Al-Shifa. Raggiunte dagli attacchi ancora Gaza City, e altre città e campi profughi tra cui Deir Al-Balah, Bureij e Nuseirat. L‘agenzia Wafa fa sapere di quattro ambulanze colpite a Abasan Al-Kabira, mentre erano impegnate nel soccorso dei feriti.
L’esercito israeliano nella serata di ieri ha annunciato di aver recuperato “il pieno controllo della Striscia” e di aver “colpito 200 miliziani a Gaza“, mentre altri 1500 sarebbero stati uccisi oltre il confine. Il premier Benjamin Netanyahu stamani ha detto che “l’attacco su Gaza è appena iniziato” e ribadito al presidente americano Joe Bieden, che ha promesso aiuti militari aggiuntivi a Tel Aviv, che “non c’è altra opzione all’operazione di terra”, come già anticipato ieri.
Tuttavia il bilancio delle vittime israeliane è salito a oltre 900 – tra cui 124 militari – e quello dei feriti a 2.600, mentre sarebbero una cinquantina gli ostaggi israeliani, catturati nelle incursioni armate di Hamas: i guerriglieri ieri sera hanno avvertito Tel Aviv che se non porrà fine agli attacchi su Gaza – enclave in cui risiedono circa 2 milioni di persone – eliminerà tutti i prigionieri. Secondo la testata israeliana Haaretz, continuano ad arrivare missili dalla Striscia, in particolare a sud, dove suonano le sirene d’allarme e la città di Sderot è nel mirino dei miliziani.
LA FRANCIA ALL’UE: NO A SOSPENSIONE AIUTI IN CISGIORDANIA
Parigi non condivide la decisione della Commissione europea di sospendere gli aiuti e i programmi umanitari con l’Autorità nazionale palestinese, che ha il controllo della Cisgiordania occupata, in quanto “quegli aiuti vanno a beneficio diretto della popolazione palestinese“: lo ha fatto sapere il ministero degli Affari esteri in una nota, aggiungendo di aver “già comunicato la sua posizione alla Commissione Ue”. Ieri il commissario europeo per l’Allargamento e la politica di vicinato, Oliver Varhelyi, aveva annunciato “la sospensione immediata” degli aiuti nonché “la revisione del suo intero portafoglio di sviluppo, per un valore totale di 691 milioni di euro” in seguito al “brutale” attacco contro Israele da parte di Hamas, il gruppo armato che governa la Striscia di Gaza. (www.dire.it)