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Nuovi alimenti con i nanomateriali, come garantire la sicurezza senza test sugli animali

Roma – Sono sempre di più le applicazioni dei nanomateriali nel settore alimentare, dal ferro in nanoforma per gli integratori alla nanocellulosa come ‘novel food’ o per il packaging, ed è sempre più necessario trovare dei metodi che garantiscano la sicurezza dei consumatori e siano capaci di dare risposte a fronte di questa varietà di materiali. In questo contesto, una grande importanza hanno assunto le New Approach Methodologies (NAM), che consentono di ottenere importanti informazioni sui meccanismi senza il ricorso alla sperimentazione animale. Gli ultimi sviluppi sono stati presentati oggi nel corso del Quarto Convegno Nazionale Nanotecnologie e Nanomateriali nel Settore Alimentare e loro Valutazione di Sicurezza, che si è tenuto nella sede dell’Iss.

“I recenti sviluppi delle nanoscienze hanno aperto nuove prospettive in molti settori, da quello biomedico a quello alimentare-  ha affermato il Commissario Straordinario dell’Iss Rocco Bellantone aprendo i lavori -. L’innovazione è foriera di indubbi benefici, ma si pone il problema di valutarne la sicurezza, e la valutazione del rischio pone sempre una grande difficoltà”.  

In questo contesto, gli esperti del Dipartimento SANV coordinano progetti internazionali sostenuti dal funding Efsa, che sono stati illustrati al convegno, quali NANOCELLUP (Use of NAMs for the hazard assessment of nanofibers – Lot 1 nanocellulose oral exposure: gastrointestinal digestion, nanofibers uptake and local effects) e NAMS4NANO Lot 3 (Integration of New Approach Methodologies results in chemical risk assessments: Methodological case studies addressing nanoscale considerations). Il primo è incentrato sulla nanocellulosa, mentre il secondo mira ad analizzare cinque ‘case studies’ per dimostrare l’efficacia degli approcci metodologici utilizzati, comprendenti l’uso di organismi diversi da mammiferi (ad esempio embrioni di pesce), colture cellulari, modelli in silico basati sulle tecnologie informatiche, tecnologie omiche, nelle valutazioni di sicurezza. Complessivamente l’Efsa ha destinato 5,3 milioni di euro al progetto NAMS4NANO.

“Come richiesto dall’EFSA – spiega Francesco Cubadda, del Dipartimento di Sicurezza alimentare, nutrizione e sanità pubblica veterinaria (SANV) dell’Iss e responsabile scientifico del convegno -, i casi studio si incentrano sia su nanomateriali sia su materiali convenzionali con una frazione sulla nanoscala, tutti con stretta attinenza all’impiego nella filiera agroalimentare. Gli ambiti presi in considerazione sono le fonti di nutrienti presenti, ad esempio, negli integratori, i ‘nuovi alimenti’ (novel foods), gli additivi alimentari, gli additivi per l’alimentazione animale, i materiali a contatto con gli alimenti e i pesticidi. I casi studio saranno utilizzati dall’EFSA per aggiornare le linee guida dell’Autorità sulla valutazione del rischio di materiali integralmente o parzialmente sulla nanoscala impiegati nella produzione di alimenti”.

“Le metodologie per la valutazione del rischio delle applicazioni delle nanotecnologie al settore degli alimenti e della nutrizione – spiega Cubadda – hanno attraversato una nuova fase di maturazione e nuovi documenti di guidance sono stati pubblicati dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa). Questi documenti stabiliscono gli standard scientifici per la valutazione regolatoria della sicurezza dei nanomateriali nella UE: il loro scopo ultimo è quello di proteggere la salute dei cittadini europei attraverso l’identificazione di percorsi valutativi solidi e trasparenti, la cui mancanza frenerebbe l’innovazione in un settore strategico”.

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